Tra le marmoree solitarie siepi dove il colore del tempo si perde tentenna il sol dai cipressi ventosi guizzi di vago novembrino ardire marcia il corteo di velati volti sfogliando riti, calpestio di passi grava come il colore dell'addio.
O come corre questo treno fermo coi finestrini aperti alla campagna tende la mano l'albero di sogni dolci pendenti carico maturi, sfioran le dita quello di rimpianti, foglie ingiallite, sterili pensieri.
La terra pia che ci raccoglie, cruda inghiotte questo sacro appuntamento, non la placano né fiori recisi e nemmeno il dolore, sepoltura come un blocco di marmo s'addolcisce allo scalpello di chi accende un fiore
un ponte che congiunge le due rive, la scala dove sale una preghiera.
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