Scritta da: Aurora Barba

Innominata paura d'amare

Dolce mio essere silvano
che il male ha lavorato nello sguardo
che hai occhi di spiragli e di bagliori
e sorriso di segrete da scoprire.
Il profumo dell'erba ti guiderà
alla mia isola di pace nel tuo mondo.
Coi veli che ho strappato al tuo fuggire
danzerò la festa a ogni gradino
del tuo avanzare libero alla terra.
Io non ti toccherò, non ci sarò,
non ci saranno mani che assorbono tristezze
e regalano speranze a tocchi caldi.
Fluida scorrerò nelle tue vene
segreta lavorerò incessante, continua,
ti aprirò le strade delle selve impure
verso i percorsi ciechi che non hai saputo vedere.

Ed un giorno rinascerò come canto
salirò alla tua gola in incontenibile gioia
il tuo sguardo sarà limpido e sano,
lontana sarà per sempre la paura.
I rami si piegheranno amici a sussurrarti
il vento non potrà che fare eco al cuore,
l'onda avrà lavorato con le sue alchimie
per rItrovarsi limpida ai tuoi piedi.
Sarà una pozza, un lago, una sorgente,
dove tu narciso ti specchierai
e ti vedrai diverso, confusi i tratti nella tenerezza
si muteranno nella gioia d'amare e mi vedrai.
Mi chiamerai, mi sentirai, mi scoprirai,
eterna promessa d'amore.

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    Info

    Scritta da: Aurora Barba
    Ha partecipato al concorso
    VIIº concorso letterario internazionale di PensieriParole

    Commenti

    1
    postato da , il
    E' vero Narciso non fa una bella fine. E a fuggire ero io che con i miei doni d'amore mi sono scontrata contro la fredda corteccia costruita da chi aveva amato, sofferto e deciso che l'amore non avrebbe mai più attecchito nel suo cuore, che non gli avrebbe più dato la possibilità di farlo soffrire, che avrebbe vissuto soltanto per se stesso.
    Io ho lasciato i miei doni nella speranza che potessero aiutarlo a guarire le sue ferite, ma senza pretendere più il suo amore. Troppo difficile!
    Ciao Annalisa, grazie.

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