Allorché l'animo invaso da timori e dubbi spezzommi qual fuscello lo corpo in due non odi, non rancori nulla tenevo e nessun fardello poiché la volontà s'era dissolta e latitante qual fuggiasco ai boschi iva veloce in cupa nebbia avvolta pensieri abbandonando buoni e loschi.
Intorno ruotano i conosciuti affetti d'ognuno m'avvidi la profond'amarezza impressa al volto qual medaglia ai petti per repente paterna debolezza. Mi scossi allora e superai l'umana incertezza rizzando il corpo, l'anima svegliando, con piglio fermo e buona rinnovata lena, mi fui qual ero prima.
Di ciascuno cogliendo ogni bisogno di giorno in giorno mi fui tanto attento quanto che a me pure quel fare parve sogno giacché lo pensier mio non fu più spento. Quanto saliente fosse lo star me bene intesi che nell'altrui sminuivano le pene e la tristezza che pria copria i volti dissolta fu e prese lieti risvolti.
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