Al fine d'onorare il suo carisma che gl'animi seduce da fantasma a Cacciatore dedico quest'inno per dire dell'arranco, forse indarno.
A traghettare anime dall'altrui sponde trovossi, per tant'anni, con Caronte. La barca vecchia, non regge alla fort'onda perciò s'adagia a spiaggia ch'è di fronte.
Nella palude incaglia e, lì affonda ma il nocchiero tenta la fort'onda; a nuove leve rivolge idee ardite mentre le vecchie tenta tenere unite.
S'appresta, indi, a far la nuova conta onde saper la schiera a quant'ammonta; se al recupero tornar di vecchia barca o di veliero issarsi d'altra marca.
La schiera di pria spera l'abbia ancora e suffragio crescendo risulti ognora. La ciurma che avea prima l'ha tuttora e arricchita è ora più d'allora.
L'idee son chiare, non è dubbio alcuno: La rotta invertire deve del naviglio e indietro riportare tutti ed ognuno e, non lasciare alcuno in quel groviglio.
Col fare suo suasivo e diligente ad una ad una accosta la sua gente, cerca persuadere chi digrigna il dente e, qui, dimostra quanto ch'è valente.
Con le bandiere rosse ammainate sono al ritorno stanche, amareggiate quell'anime che pria avea deposto in quello che diceva il giusto posto.
Era l'orgoglio del Partito rosso, era la speme della gente mesta or si è posato nel partito grosso ed ha lasciato quella gente onesta.
Ah! Se in vita tornasse l'Alma eletta resistere non saprebbe a tanto sfascio, non capirebbe mai perché dalla riscossa si sia adagiato sul disprezzato Fascio.
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