Sol d'amarezza abbonda l'esistenza giacché ogni dì travalica in sconvenienza, il tuo distacco, la tua alterigia dogliosa rendemi l'alma e molto bigia. Io ti perdono per le offese avute E tante, tante n, ho dimenticate Ma l'alma in duolo tutta, tutta brucia E pace non si dà per la persa fiducia. Soltanto il tempo ch'è maestro in tutto Cancellare può del male il nato frutto All'anima donando la perduta pace E facendo sì che finalmente tace. La mente si domanda e non risponde, si sforza, si contorce e non comprende qual è il motivo di tale noncuranza allo troncare della gran buon'usanza. Il filo che ci unisce resta sottile Forte, però, dello stesso ovile Ove restammo cellule viventi, embrioni e, indi, feti palpitanti. Mai zuffa fu, mai paroloni furo, affetti ci avvolgeva vero e puro quando raccolti accanto al focolare le fiabe si restava ad ascoltare. Di botto, al male forte t'aggrappasti E dal bene con furia ti scostasti Donando all'infestante erba ristoro Preferendola al sempre verde alloro.
L'esempio di Giuda a fondo seguitasti Svendendomi come fece egli di Cristo. Fu vile egli per pochi sporchi denari Tu, corrosa dal verme degl'avari. Se alcuno ti domanda di tale scenario Rispondi che regista sei di tal calvario E ribadisci essere causa prima e degl'intrighi e della persa stima. Se, poi, tincalza per la stolidezza Rispondi: Causa ricamo è su una pezza.
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