Scritta da: Marzia Ornofoli

Sogno o realtà

Paesino arroccato sulle colline romagnole,
le strade assolate
passeggiata fra i vicoli antichi con le amiche.
Il castello guardiano silenzioso
dominatore del paese,
con la torre campanaria.
Ad un tratto il rintocco del campanile,
luce abbagliante del sole,
fanciulla dai lunghi capelli biondi,
intrecciati da delicati fiori rosa,
il suo lungo abito bianco ha lunghe maniche a punte,
la sua vita è circondata da una catena dorata,
le sue mani solevano la veste,
delicati piedini fasciati da scarpette dorate,
corrono veloci sui massi e ciottoli delle strade,
mi passa accanto lanciandomi un rapido sguardo,
mentre io la guardo perplessa chiedendomi,
che cosa sta accadendo un momento prima
sto passeggiando e chiacchierando con le amiche,
e un momento dopo mi trovo si nello stesso paese,
ma in un epoca di dame e cavalieri.
La fanciulla è tornata indietro mi prende la mano,
mi trascina all'interno di un portone
aspetta qualche attimo in modo
che i cavalieri ci superano poi sussurra.
"Sei la fata racconta storia?"
Mi guardo attorno perplessa, e lei:
"Allora sei la fata che racconta storie?"
Io annuisco e allora lei mi dice:
"Allora ti racconterò la mia storia
ascolta bene perché non la ripeterò...
... Son la figlia del signore del maniero,
sono cresciuta felice sognando il grande amore,
ma ora sto scappando perché se resterò
dovrò sposare il signore di tutte le terre di Romagna,
a cui potrei essere figlia io non voglio"
"Ma ti prenderanno, loro son a cavallo e tu no"
"Sì, mi prenderanno e tu racconta che una fanciulla,
dono il suo sangue di vergine per la pace del suo villaggio,
ma racconta anche che dono il suo sangue e il suo corpo
alla terra per non cedere a un orribile destino".
Rumori di passi tintinnii di armature,
lei corre e gli uomini mi passano accanto,
non mi vedono non mi sentono,
lei è nel centro della piazza circondata,
un uomo gli s'avvicina e la colpisce,
poi brutalmente la porta via sul cavallo.
Rintocco del campanile,
luce abbagliante del sole,
una amica mi chiama
la guardo perplessa e sussurro:
"Devo raccontare una storia"
Lei annuisce sorridendo e ci avviciniamo
alle altre per riprendere
il viaggio per tornare a casa
mentre mi domando se è stato
un sogno o una realtà.
Composta mercoledì 21 aprile 2010

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