Scritta da: Marta Emme

Un breve inverno

Si vedeva già da come
il tepore sovrastava le
cose e la terra sul mezzo
del giorno, nel dicembre
ormai inoltrato, che sarebbe
stato un breve inverno. Non
più foriero di gelate
memorabili e cristalli di
ghiaccio calanti dai tetti
delle case nella fredda e
dormiente campagna, come
ha conosciuto la mia infanzia.
E la neve, un miracolo atteso,
su per la montagna dove per
gli sciatori è ancora una
cuccagna. Che, oggi, l'han
vista anche nel deserto, a
indicar che niente è più lo
stesso. E che è cambiato
qualcosa lo si capisce anche
dai venti predominanti* (nord
africani) che spazzano questa
terra di giganti* (Italia,
personaggi illustri) dalle nuvole,
che da qui se ne stan, così,
distanti. È ora di ripensare tutto
e vedere le stagioni coi ritmi
che non gli son più propri, per
appunto. Dio non può più
niente con un uomo che è
diventato deficiente* (non più
timorato di Lui e della natura -
e forse è anche ciò che il
terrorismo ci rimprovera).
Allor c'è da rimboccarsi le
maniche e veder le cose nella
loro evoluzione e non più
statiche* (agricoltura,
inquinamento...). Magari senza
dimenticar, del passato, gli errori
e gli orrori che dal futuro della
Terra altrimenti ci terranno fuori.
Alla nostra vita dare un altro
senso* (esistere) e vinceremo
anche su questo assurdo tempo.
Composta domenica 28 gennaio 2018

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    Scritta da: Marta Emme
    Dedica:
    A un futuro possibile.

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