Ho ravvisato la tua immagine arroccata da un muro di vetro, ho martellato coi pugni di rabbia le bitte il timone gli ormeggi per poterti afferrare. Ho inalveato il mio fiume nel tuo letto per confondere le nostre acque. Ho bruschinato le ingiurie del tempo come crespe sulla mia fronte con la spazzola delle illusioni per condurti alla quintessenza. Ho accecato gli occhi del giorno per nascondere il buio del cuore, ho coltivato nel libro dei sogni cristalli di stelle per regalarli ai tuoi occhi. Ho investito le suole dei piedi per deserti, per nuvole e mari, ho contato gli occhi buttati come sassi sulla mia pelle, ho consumato tutti i pensieri... Ma sono arrivato troppo tardi quando ancora non eri nata perciò non ho potuto abbracciarti.
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