Il copione sul palco
Un palco vuoto e la maschera a terra,
le luci spente ed un sogno finito,
riprendere ogni istante abbandonato
e ad occhi aperti mimare il tuo bacio.
Una nuova profezia da inseguire e
dentro il dolore che si infrange
sul mio stomaco, lasciando solo piaghe.
Bramare ed inseguire la tua corsa,
disinteressarmi a me per non morire.
Adoperarsi per mascherare ogni segno,
sentir pulsare il cuore come un'agonia
e quell'infame fine dopo l'ultimo applauso
segue qualche perduta, sfibrante smania.
Ricostruire senza la forza di alzarsi,
senza un suono da inventare
solo con il mio profumo di menta, e poi
ancora aridi deserti sparsi nell'orizzonte.
Ancora un ultimo saluto, meglio di no,
un degradante rifiuto per poter sbuffare.
All'impazzata percorrere strade conformi
disintegrando ogni desueto canto, poi
implorare la mia calma a tenere banco.
La luce non ritorna, il teatro ha finto
l'ultimo lamento e la platea è dentro
il letto, raccoglierò l'indegno copione.
Composta martedì 19 aprile 2011
Leggi un'altra Poesia Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti