Da lungo tempo è ormai cinto da una corona di rovi, e ogni giorno una spina si conficca nel mio petto e lo strazia. Sempre più lunga, sempre più a fondo. E il dolore lancina, di giorno in giorno diventa crudelmente insopportabile. E prima o poi si aprirà in due, come mela marcia recisa di netto. Perché mai non l'ho colpito deciso, con mazza di ferro ricolma di spuntoni, dopo la prima spina? Perché mai non l'ho frantumato, quasi fosse di cristallo? Almeno lo stillicidio ora non starebbe qui a torturarmi. E l'ultima spina me l'ha trapassato di netto quasi come fioretto. Trova almeno tu il coraggio che a me manca, assestagli quella martellata che... forse finirà di farlo soffrire o,... almeno lo distruggerà!
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