Ha indossato la camicia, ha preso l'ombrello non ha detto parola nemmeno io.
Dpo che se n'è andato sono rimasta innanzi allo specchio ho estratto la lingua per vedere se erano rimaste impigliate delle parole. Purtroppo ho visto solo muscoli e vene.
Ho ritirato la lingua sono scoppiata a ridere la risata non è una parola - poi ho infranto lo specchio.
Da quel momento ho continuato a infrangere specchi invano cercandone uno che non riflettesse più, uno specchio che infrangesse me.
Amara quanto unica. Lo specchio diventa componente essenziale, il testimone di tutta l'amarezza. Rompere da un dato momento sofferto gli specchi ne avvalora la triste mancanza di chi non c'è più ma che per fatalità si riflette nella mente come in ogni specchio. Il ritrovamento dell'io libero dal fantasma di un amore, porta a frantumare gli specchi....il ricordo.
triste e molto comune come storia, unica nella versione poetica sublime.
A me sinceramente mi piace da impazzire, specialmente la fine,
"Da quel momento
ho continuato a infrangere specchi
invano
cercandone uno
che non riflettesse
più, uno specchio
che infrangesse me."
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