Mi cercasti un giorno, con una telefonata: perché non ti fai sentire, dove sei andata? Non avevo più risposto, e non pensavo che dopo tanto tempo, ancora nel suo cuore avevo posto. Accettai d'incontrarlo, ma nell'anima, rabbia e rancore, per chi vede distrutto per sempre un amore. Sotto il vecchio lampione, del portone di casa, mentre pioggia scrosciante, con sorriso suadente: entra pure, finirai per bagnarti, lo volevo affogare, quel fetente! Che mi aveva distrutto la vita, finii per cedere alle sue insistenze, come sempre davanti ai suoi occhi, mi son persa tra baci e carezze, dov'era finita tutta la mia rabbia e le mie certezze. Giurai a me stessa, che dopo il temporale, l'avrei scaraventato giù per le scale, ma è ancora qui che scende e sale che stupida che sono... mi piace farmi male.
....Bhè come sai "SICULA FUI!" e se un'uomo dovesse giocare con i miei sentimenti o ferirmi quella porta che nella tua poesia si apre alla protagonista nel mio caso si chiuderebbe!.....
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