È quando il dolore ti mangia il nome, che lei nasce. Silenziosa. Sottile. Viva. È presenza senza una forma, senza volto, ma che resta, mentre tutto vacilla. La senti dentro, come un sussurro nel petto, come un Dio muto che ti conosce a memoria. È la voce che non cede, che ti tiene quando tu non puoi. E tu non lo sapevi, ma eri fatta anche di questo: di tenerezza ostinata, e di fede che non ha bisogno di prove.
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