Scritta da: Andrea De Candia
Fame, fame, ed addentavo pietra!
Che tale era il buio maledetto
offertosi in travestimento carneo,
e (i) troppi occhieggiamenti opportunistici
alle porte del visibile erano
le stelle, che da prostitute osavano
addirittura vendere la luce
in cambio del rapporto di uno sguardo!
Fumava dalla cucina del sonno
sul piano cottura dei piedi - il pasto
dell'ombra ormai bruciata dal mio nascere,
non l'addentavo con palpebre e ciglia
rivolte altrove come le mie lacrime! -
Ululante era il passo senza bosco -
solo l'impietrimento dell'asfalto -
la solitudine mi regalava
l'illusione di essere un superstite
passaggi d'epoche nelle colonne
franate per ricostruirsi altre
delle nubi, tovaglioli di troppo
che spostati svelavano il mio cuore
di desiderio: annegare lassù,
bevendo dalla tazza della luna
il mio e di tutti futuro di cenere.

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