Folle incalzai le spalle del mattino – ero gremita d'impeti, d'azzardi –: ma quando, al colmo, consegnò la fiaccola, m'accorsi che già il meglio della luce s'era perduto. Corsi con affanno sulla scia del meriggio: troppo tardi m'udì – già stava a mezzo della scala.
Ormai debbo la sera supplicare di trattenersi ancora (come insiste l'ospite sulla porta, che da solo a rientrarsene in casa si fa triste) La supplico. Si fonde con le rare luci, con l'ombre: è qui – ma non risponde.
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