Fruscio di foglie sulla terra nera, in fila dietro il piffero d'un vento, lacere, scalze, illuse d'essere ricondotte a primavera. Senti nel buio il trepido colloquio cieco, il sussurro per farsi coraggio. – Da loro impara, anima, se indietro sogni torcere il tuo viaggio. – Ah, tradite nell'alba al soliloquio del primo uccello! Sbaragliate al puro chiarore! Senza voce, illividite, fucilate dal sole a piè di un muro.
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