Cara signora Schubert, ricorda a Città del Messico il venditore di vulcani che vomitava lava? Intorno a noi si addensava un pulviscolo di cenere, e io la perdevo di vista. Ci fondevamo con un viscoso crepuscolo di magma. Non ero io a chiamarla, a gridare erano le faville, difetti della nostra pronuncia. Un falò di cani abbaiava. La temperatura era scesa a quattro gradi sotto zero. In quel momento imparammo forse qualcosa di più su noi stessi? Questo non è scritto da nessuna parte, sebbene le parole siano già in cammino.
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