Dolci le mani smaniose di proibito su di me torci piano; un filo di gemito m'accarezza le tempie, soffio leggero, gonfio è il pensiero mio nel ventre; un'impudica ebbrezza m'empie di getto, rosso di voglia il mio petto nudo, distratto dalla tua carnosa opulenza, s'agita sotto. Imploro clemenza, assaporo i tuoi gemiti, scostanti; linfa s'insinua in ogni poro lasciando distanti i gesti di mano e le colate d'oro pressanti, come acqua e diga in esplosione rallento dolcemente, lo sento lei mi sente mentre pigra la mia voglia latente lacera il mio ventre e grida.
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