Scritta da: Silvana Stremiz

Dolce signora

Dolce signora della mia prima
elementare,
hai sempre sulla bocca
quella semplice canzone da due
soldi?

Sai,
sento ancora le grandi gocce di pioggia
che battono sui vetri,
ed oggi, pensa un po',
anche la mia scrivania è color noce.

Forse non sei stata veramente
così bella
come ti ricordo:
sei soltanto un aquilone sperduto tra
le nuvole grigie dei rimpianti
e trasportato in alto dal vento.

Ho avuto un sogno troppo
breve
per farti risvegliare oggi,
dolce signora di un mondo ovattato!
Nel tuo cuore batte ancora
la pioggia di quel novembre buio
che ora sento dentro di me?

Un bacio corre sull'illusione
della mia fanciullezza
e la vecchia estate è ferma,
catino della memoria, infernale ed impietoso.

Dolce signora della mia prima
elementare,
adesso sto danzando con una sconosciuta:
forse ho volato oltre l'aurora.

Ma tu non avrai freddo
e suonerò per tutta una vita elementare,
con una chitarra spezzata:
ricorderò ancora il bambino vestito
d'azzurro,
mentre è il profumo del tuo fiore
rosso
che mi ha ucciso.

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