Il sollievo con cui accetto che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro e in libertà con loro, e questo l'amore non può darlo, né riesce a toglierlo.
Non li aspetto dalla porta alla finestra. Paziente quasi come una meridiana, capisco ciò che l'amore non capisce, perdono ciò che l'amore mai perdonerebbe.
Da un incontro a una lettera passa non un'eternità, ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene, i concerti sono ascoltati fino in fondo, le cattedrali visitate, i paesaggi nitidi.
E quando ci separano sette monti e fiumi, sono monti e fiumi che trovi sui ogni atlante.
È merito loro se vivo in tre dimensioni, in uno spazio non lirico e non retorico, con un orizzonte vero, perché mobile.
Loro stessi non sanno quanto portano nelle mani vuote.
"Non devo loro nulla" – direbbe l'amore sulla questione aperta.
Io ci vedo molto ironia. Inoltre esistono due tipi di amore: l' eros e l' agape ed in entrambi i casi sei coinvolto emotivamente cosa che non ti succede con l' amico. Ecco perchè i concerti si vedono e i passaggi diventano nitidi: non sono enfatizzati o "drogati" dall' emozione di un sentimento profondo. Ricordo inoltre il famoso prosciutto negli occhi o i fidanzati/e sono gli ultimi a sapere delle corna...
La poesia è secondo me meravigliosa, ed è un vero inno all'amore. Quello che la poetessa descrive è il rispetto, la buona educazione, la cultura, l'amicizia. Ma l'amore è un'altra cosa; è quello che non ti fa capire, che non ti fa perdonare, che ti altera il tempo e lo spazio. È il demone irrequieto di Saffo, quello che questa poesia in fondo celebra e trasfigura.
Sì, anch'io ci leggo una negazione dell'amore, ma soprattutto per coloro che lei ama. Ciò che lei deve a coloro che non ama è solo conseguente la negazione dell'amore di coloro che lei ama. Tutte le affermazioni possono esser lette in quest'ottica, a partire dalla prima.
Commenti