Tempo strambo

Andavo a zanzo, con passi e sentimenti tediati
sotto un cielo cenerino, scialbo, smorto
che non sapeva ancora cosa fare
star fermo e taciturno, piovere o nevicare.
Il cielo mi sembrava un cimitero
dove il tempo pensa solo ai fatti suoi,
ma come tutto ciò che reca inibizioni
mi generano timide riflessioni
e soprattutto "cosa" siamo noi...
i cimiteri sono come i rifugi
dove i nostri pensieri
non valgono niente: non possono uscire,
non possono entrare.
È tardi... è tardi. A qualcuno potrebbe interessare!
Il loro tempo si ritira completamente da noi
chiudendo dentro ogni nostra alleanza.
Ma i nostri pensieri, per non sentirsi soli, delineano una geometria dove il tempo scorre da noi, senza una fonte.
Inutile. Cominci a sentire un peso sulla fronte
e puoi sentire solo la voce di caronte.
Diventi l'ostaggio di una buia notte.
Da quella buia stanza non vedi più la danza di nuvole stufate sul cielo cenerino...
né le croci stanche che sembrano supportarsi a vicenda
i pensieri ora guardano altrove, lontano dal mondo
lontano dai morti, vicino al momento
momento, l'unità di tempo che scorre condensata
in una clessidra rotta da una croce di cemento
nel cimitero, sotto il cielo cenerino, in un momento strambo.
Composta mercoledì 11 marzo 2020

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