Scritta da: Hannele
E tu, soldato, per che padrone urli? Per che padrone spari?
Chi ti ordina di far questo a un tuo pari?
Quale ragione, accusa o Dio
vai proclamando credendoti pio?
Cosa sognavi, bambino felice?
Cosa cantavi, perduto amico?
Occhi, cuore, fegato e pelle
sorreggono le anime in quello scialle.
E tu non sai che ti hanno aperto,
prelevato ragione e di colpo coperto.
Tu non conosci il feroce nemico
come si insinua nel tuo intimo amico:
Lo spreme, lo tiene, lo zittisce e sviene.
Ma svegliati e riattiva le vene
il tuo corpo ha un colore, un suono, un volo.
Tu sei padrone del tuo perdono.

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