Immerso nella nebbia apro le braccia e procedo a tentoni, brancolando. Dove sei, amore? Io non trovo la strada che conduce alla tua casa e non odo la tua voce che mi chiama. Perché non hai appeso una lanterna alla tua porta?
Vago da solo in questa notte fredda, incespicando nei binari del tram, e mi accompagna il latrato di un cane. Ormai è tardi ed io non so sperare che tu mi stia aspettando ancora, come facevi una volta.
Disorientato vado percorrendo strade dissestate che non conosco, per venire da te; ma forse giro sempre attorno allo stesso isolato di case. Non so se mi avvicino o mi allontano.
E soltanto questo freddo pungente, che penetra nelle ossa e mi raggela le mani e i piedi, mi ricorda che sono vivo.
Forse sarà così la morte che ha da venire, come un mantello di nebbia che ci avvolge; e spariranno i contorni delle cose e non udremo più le voci amate.
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