Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

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Scritta da: AfroditeAx

Abbandono

Pacato è il tumulto del tuo corpo,
lieve come un soffio è il respiro, leggero e assente.

Oh mollezza del riposo,
com'è soave e desiderabile questo tuo indifeso abbandono!

Non i dardi accesi dei tuoi occhi,
non le onde fragorose dei capelli,
non il sorriso tagliente e distante
tende quest'anima turbata.

È la piega del collo inerme
che invita il bacio e la carezza,
è la tua mano uno stelo reciso ed adagiato,
drappo abbandonato all'incalzare dei fremiti.

Ah, queste labbra!
Cosi incustodite eppure cosi distanti,
si schiudono, boccioli e germogli alla vista,
rimangono, ahimè, celate e inviolate
dietro la muraglia del tuo diniego.
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    Scritta da: Giorgio Marconi

    I lati opposti della notte

    Dal sole che muore rinasce un brandello
    di vita sognata, di morte apparente,
    un quieto pulsare di palpebre spente,
    socchiuse su un limbo di nero mantello.

    Sipario sul mondo, universo sommerso,
    di ombre e sussurri, paure e giacigli,
    distese frementi di crisantemi e gigli,
    uniti e disgiunti nel buio fecondo.

    Cani ululanti alle stelle gitane,
    rombi di moto e frinir di cicale,
    silenzi inudibili tra il Bene e il Male,
    tacchi affilati di inermi puttane.

    La mela stregata, il castello incantato:
    ogni cosa di notte si può creder vera,
    il destino beffardo si ferma sdegnato,
    e al risveglio ci attende, immutato, com'era.
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      Scritta da: Giorgio Marconi

      Dal fondo del pozzo

      Torrente sconvolto da flutti e da piene
      di dubbi, timori, disgrazie ed amori,
      dolcissimo cuore dei mille colori
      rinchiuso in cantina fra spettri e falene.

      Potrai mai salvarti, oh anima sorda,
      in questo chiassoso uragano silente,
      immoto eppur scosso, nella tua mente,
      che gioie e armonie a stento ricorda?

      Dal fondo del pozzo contempli la vita,
      abbracci, bisbigli, risate e allegria.
      Apparenza, ti sembra, vana ipocrisia,
      false speranze di gente smarrita.

      Sul fondo del pozzo ti scorge la vita,
      pietosa ti lancia una fune che danza,
      afferrala, orsù, non negare alle dita
      di stringer con forza cotanta speranza!
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        Scritta da: AfroditeAx

        Notte d'amore

        Balenio, tintinnio incalzante
        luccichio che a tratti acceca gli occhi stanchi.

        Brusio costante, voce sommessa
        che soffia parole, invade i pensieri storditi, confusi.

        Diventa frastuono la voce, quel suono,
        risplende e riluce
        tremendo ora il giorno.

        Allarmi accorrete!
        È vero il sospetto, svelato l'inganno.
        Celato d'ardore
        l'affanno di avere una notte d'amore.
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          Scritta da: Alexandro4x4

          Pensando a te

          Un giorno ti racconterò favole che ci appartengono
          Per aver fatto parte dei nostri giorni, sempre.
          E riuscirai a vedermi per ciò che sono
          e riuscirai a capirmi per come sono
          e riuscirai a sentire quanto sei per me importante.
          Vivrò per quel tempo, per quel giorno vivrò,
          Per i tuoi sorrisi e per i tuoi baci
          Senza l'ansia di arrivare a domani
          Perché il tempo l'ho già fermato
          Dentro i tuoi occhi dentro i tuoi baci.
          Un giorno sorriderai soltanto nel guardarmi
          e balleremo fino quando stanchi e felici,
          Ci basterà guardarci negli occhi per amarci.
          Spero che arrivi quel momento prima di diventare troppo vecchio
          per avere ancora la forza di abbracciarti forte.
          Composta giovedì 17 aprile 2008
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            Scritta da: Giorgio Marconi

            Aquilone

            Di te m'innamorai, del tuo sorriso,
            che di sole d'April tinge lo sguardo,
            e di fanciullezza ti colora il viso.

            Quella bambina il cor ora m'infoca
            e di ogni mia difesa si fa scherno,
            inconsapevolmente pura mentre gioca.

            Tra tanti anni, ahimè, sarò vegliardo,
            e sul volto tuo, tremante e ciancicato,
            un sorriso scolpirà lo stesso sguardo.

            Sì rivivrò l'identica emozione,
            della bimba che gioca col mio cuore,
            facendolo volar come aquilone.
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              Scritta da: Riccardo De Zottis

              Insapore di verità

              Piangi. Agrodolci lacrime scorrono
              a lavare sul viso la consapevolezza
              del vero senza gusto, senza suono,
              che colora questo mondo d'asprezza.

              Il sorriso della scoperta increspa
              le linee del volto, donando divina
              comprensione ad un uomo che annaspa,
              come sempre, nella sua natura caina.

              Traditrice! Urla, gioisce e lacrima.
              Lancia il grido nel blu immenso
              del cielo stellato: dall'infinita cima
              nulla verrà mai in compenso.

              E nell'accettare il vero reale
              nulla di cui parlare, non una parola
              vuoi pronunciare; ti assale
              lo stupore e nel silenzio, sola,
              la pena un po' gioisce
              e la paura addolcisce.
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                Scritta da: Riccardo De Zottis
                Chi sono oltre quell'orizzonte
                fatto di responsabilità, di doveri
                che una società amorale ha reso severi?
                Oltre questa strada: quel monte.

                Che si staglia così nero
                contro questo cielo blu notte;
                il fumo della sigaretta sale
                sulla sua figura così non meno scura.

                Non ho voglia di consumarmi
                nella scalata. Pur avendo il desiderio
                della conquista della cima; ami.
                E amo troppo per corrompere l'animo mio.

                Quindi resto, su questa strada
                che conosco. Chiamatemi vigliacco.
                Perché ho il coraggio di accettare
                la paura di perder me stesso.

                E sotto le stelle, più alte di quel monte,
                ormai forse sono l'unico che aspetta: desideroso.
                Composta nel dicembre 2009
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