Poesie di Valentin Asevschi

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Scritta da: V. Asevschi

Mi sono perso

Nonostante la mia lungimiranza,
sono un ghiaccio e giaccio nella mia stanza,
tra la notte silente e il frastuono giornaliero,
tra lo vastità infinita del mio pensiero,
io mi sono perso.
Tutto questo caos mentale,
questo disordine confusionale nulla ha più senso.
Va tutto al di là della logica e qualsiasi cosmo spirituale,
come tutti i giorni affrontiamo questa vita banale.
Sono immerso in questo intenso mare di conformismo
a cercare una ridicola briciola di consenso,
senza dare valore a quello che veramente penso!
Ho la mente inquinata da questa realtà malata,
madre, padre, scuola, università,
ti insegnano di diventare un ingranaggio,
nella macchina definita società!
Questi alti e bassi, guerra e pace,
chi urla chi tace, chi ride chi piange, chi ha tutto chi non ha niente,
chi diventa zombie chi è disobbediente,
chi vive chi sopravvive, vite spegnersi e vite mai accese.
Questa progressione infinita,
questa ciclicità di eventi casuali.
Che paradossalmente si ripetono senza una direzione
in questa breve vita artificiale,
in questo accecante buio io mi sono perso.
Valentin Asevschi
Composta martedì 10 maggio 2016
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    Scritta da: V. Asevschi

    Solo dal basso capisci quanto eri in alto

    Non c'è nulla di più bello
    che provare quella emozione da brivido.
    Quando scali la vetta e guardi l'orizzonte vivido
    e percepisci quanto tu eri in basso,
    e che in ogni momento puoi precipitare come un sasso.
    In ogni istante tutto può finire,
    il tuo sogno nel abisso può svanire
    e di nuovo alle radici affluire.
    Però sei là, su con il vento
    , sopraffatto dal momento.
    Chiudi gli occhi e respiri.
    Valentin Asevschi
    Composta venerdì 9 ottobre 2015
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      Scritta da: V. Asevschi

      Sogno

      Sogno di frantumare l'archetipo di una arcaica illusione,
      accatastata su falsi miti e immorali modelli della società,
      dove prevale l'ignoranza, e la decadenza dell'individualizzazione,
      dove ti convertono in un individuo senza principi e senza dignità.

      Sogno di trasformare questa scuola decomposta,
      questa fabbrica di servi obbedienti,
      dove ti formano per diventare una vite in una macchina che lavora senza sosta,
      dove non vivi ma sopravvivi stringendo i denti.

      Sogno di rompere questa regressione di legame,
      basta linee sulla mappa, frontiere e muri mentali,
      bisogna progredire, uscire fuori dal letame
      fermarsi e vedere, assaporare e vivere, noi non siamo immortali

      sogno che il sogno non fosse una semplice fantasia,
      sogno che il mondo prenda un'altra via.
      Valentin Asevschi
      Composta martedì 22 settembre 2015
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