Le migliori poesie di Edgar Lee Masters

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Scritta da: Silvana Stremiz

Sarah Brown

Maurizio, non piangere, non sono qui sotto il pino.
L'aria profumata della primavera bisbiglia nell'erba dolce,
le stelle scintillano, la civetta chiama,
ma tu ti affliggi, e la mia anima si estasia
nel nirvana beato della luce eterna!
Và dal cuore buono che è mio marito,
che medita su ciò che lui chiama la nostra colpa d'amore: -
digli che il mio amore per te, e così il mio amore per lui, hanno foggiato il mio destino — che attraverso la carne raggiunsi lo spirito e attraverso lo spirito, pace.
Non ci sono matrimoni in cielo,
ma c'è l'amore.
Edgar Lee Masters
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Kinsey Keene

    Ascoltate, Thomas Rhodes, presidente della banca;
    Coolbaugh Whedon, direttore dell'"Argo";
    Reverendo Peet, pastore della prima chiesa;
    A. D. Blood, più volte sindaco di Spoon River;
    e finalmente voi tutti, membri dell'Associazione del Buon Costume —
    ascoltate le parole di Cambronne morituro,
    ritto con gli eroici superstiti
    della guardia di Napoleone a Mont Saint-Jean
    sul campo di battaglia di Waterloo,
    quando Maitland, l'inglese, gridò loro:
    "Arrendetevi, prodi Francesi! " —
    là sul finir del giorno, quando la battaglia fu irrimediabilmente perduta,
    e orde d'uomini che non eran più l'esercito
    del grande Napoleone
    si agitavano sul campo come brandelli laceri
    di nuvole tonanti nella tempesta.
    Ebbene, ciò che Cambronne disse a Maitland
    prima che il fuoco inglese spianasse il ciglio della collina
    contro la luce morente del giorno,
    io dico a voi, e a tutti voi,
    e a te, universo.
    E v'incarico di scolpirlo.
    Edgar Lee Masters
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      Scritta da: Coraline

      Dippold the optician (Dippold l'ottico)

      What do you see now?
      Globes of red, yellow, purple.
      Just a moment! And now?
      My father and mother and sisters.
      Yes! And now?
      Knights at arms, beautiful women, kind faces.
      Try this.
      A field of grain - a city.
      Very good! And now?
      Many womens with bright eyes and open lips.
      Try this.
      Just a globet on a table.
      Oh i see! Try this lens!
      Just an open space - i see nothing in particular.
      Well, now!
      Pine trees, a lake, a summer sky.
      That's better. And now?
      A book.
      Read a page for me.
      I can't. My eyes are carried beyond the page.
      Try this lens.
      Depths of air.
      Excellent! And now?
      Light, just light, making everything below it a toy world.
      Very well, we'll make the glasses accordingly.

      Che cosa vedi adesso?
      Globi rossi, gialli, viola.
      Un momento! E adesso?
      Mio padre, mia madre e le mie sorelle.
      Sì! E adesso?
      Cavalieri in armi, belle donne, volti gentili.
      Prova queste.
      Un campo di grano - una città.
      Molto bene! E adesso?
      Molte donne con occhi chiari e labbra aperte.
      Prova queste.
      Solo una coppa su un tavolo.
      Oh, capisco! Prova queste lenti!
      Solo uno spazio aperto - non vedo niente in particolare.
      Bene, adesso!
      Pini, un lago, un cielo estivo.
      Così va meglio. E adesso?
      Un libro.
      Leggimene una pagina.
      Non posso. I miei occhi sono trascinati oltre la pagina.
      Prova queste.
      Profondità d'aria.
      Eccellente! E adesso?
      Luce, solo luce che trasforma tutto il mondo in un giocattolo.
      Molto bene, faremo gli occhiali così.
      Edgar Lee Masters
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Dorcas Gustine

        Non ero amato dagli abitanti del villaggio,
        tutto perché dicevo il mio pensiero,
        e affrontavo quelli che mancavano verso di me
        con chiara protesta, non nascondendo né nutrendo
        segreti affanni o rancori.
        È assai lodato l'atto del ragazzo spartano,
        che si nascose il lupo sotto il mantello,
        lasciandosi divorare, senza lamentarsi.
        È più coraggioso, io penso, strapparsi il lupo dal corpo
        e lottare con lui all'aperto, magari per strada,
        tra polvere e ululi di dolore.
        La lingua è magari un membro indisciplinato —
        ma il silenzio avvelena l'anima.
        Mi biasimi chi vuole — io son contento.
        Edgar Lee Masters
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          Scritta da: Julie Gensini

          Lucinda Matlock

          Andavo a ballare a Chandlerville
          e giocavo alle carte a Winchester.
          Una volta cambiammo compagni
          ritornando in carrozza sotto la luna di giugno,
          e così conobbi Davis.
          Ci sposammo e vivemmo insieme settant'anni.
          Filavo, tessevo, curavo la casa, vegliavo i malati,
          coltivavo il giardino e, la festa,
          andavo spesso per i campi dove cantano le allodole,
          e lungo lo Spoon raccogliendo tante conchiglie,
          e tanti fiori e tante erbe medicinali-
          gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.
          A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,
          e passai ad un dolce riposo.
          Cos'è questo che sento di dolori e stanchezza
          e ira, scontento e speranze fallite?
          Figli e figlie degeneri,
          la Vita è troppo forte per voi-
          ci vuole vita per amare la Vita...
          Edgar Lee Masters
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