Artefici maldestri

L'autunno mi riporta parole tue,
canzoni come poesie spose del canto.
Svanisce la tristezza all'ascolto
e suoni impercettibili ripetono
labbra accese al sogno perduto
Unisco percorsi, in uno stesso viale
di alberi spogli, ammutoliti
tenui colori, dissolte armonie
pianti brucianti all'addio,
inconsulti e fragili ritorni.
Incanto dolcezze per te,
portate in salvo al trascorrere del tempo.
Noi, soffi di vita ancora
e fioca luce soffusa attendono,
che bruci il sole più alto
o spenga il vento per sempre...

per sempre, di noi artigiani inesperti,
artefici maldestri di suoni, creduti eterni.
Caterinanicoletta Accettura
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    Rischiara la volta celeste

    Rischiara la volta celeste l'ala dell'alba.
    Un lume acceso, troppo presto, spalanca
    la notte e il ticchettio ritmato dei tasti.
    Anche questa è musica, a tanti -
    Amo l'aria frizzante della notte interrotta
    la brina di settembre sul viso, la finestra
    dischiusa al brusio delle stelle, il ritorno
    al viandante.
    Apro gli occhi nel buio, respiro libera
    un mondo che sogna sotto tetti spioventi di rosso.
    Dietro persiane tinteggiate di verde palpita un respiro,
    ondeggia calma una tenda, scopre e nasconde.
    Sui balconi qualcuno ha lasciato gli oggetti del giorno
    Non finisce la vita di notte, occhieggia tra i fiori dischiusi
    e filari di cipressi su declivi di colline. Lontane
    Vi sento accanto a me compagni di viaggio,
    presenze serene, sedute al mio fianco, venite a trovarmi.
    Ognuno ha qualcosa da dirmi, nel silenzio che è voce
    che all'alba scolora e svanisce.
    Caterinanicoletta Accettura
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      Al balcone

      Al balcone affacciata aspetto e guardo
      in lontananza che il fiume dei fari inondi
      il giorno.
      E tu, tornavi a casa all'alba ed io
      rigiravo sorrisi nel fondo di un caffè.
      Il tuo apparire improvviso portava mani
      sulle rotonde vanità dei fianchi
      rassettava la veste, il trucco in fretta
      braccialetti ai polsi teneri e catene
      Sentirmi bella al tuo ritorno, amata
      tra le volute pigre dei capelli
      da dita frettolose al pettine d'argento.

      Sono tutte uguali le albe di Settembre
      quando il sole pigro trapassa foschie
      scioglie nubi tra il rosso cupo dei tetti
      a rianimare nella guazza un'agonia di foglie.

      Estate torna, riporta frutta e fiori
      toglimi quest'ambascia dal cuore,
      dalle mani strette alla ringhiera
      da quelle dita che scorrono solchi
      sul viso e adombrano gli specchi.

      Fa scoppiare il sole.
      Caterinanicoletta Accettura
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        Ti aspetto, qui.
        Poi non mi hai parlato più
        il mio tempo si è fermato
        a quell'istante e quelle parole
        a lungo ho sentito nelle orecchie
        trapanarmi il cervello
        vite di metallo a tormento
        una promessa non mantenuta
        un lampione che fissa luce,
        fredda alla notte lo sguardo
        al selciato, al portone di casa
        ed il buio, quanto buio
        non riesco ad aprirlo con le mani.
        A volte sbatto contro le pareti
        le dita temerarie cercano ancora
        il tuo volto da accarezzare.
        Logore attese di niente
        Mai più, mi ripetono le strade
        sotto i passi impazziti
        i mobili di casa, quell'orologio
        che tonfa in un vuoto assoluto.
        Vorrei dire basta anche io,
        come te fermare questo pensiero
        è danno per gli uomini, tortura tremenda.
        Secchi specchi riflettono immagine
        sbiadita i nostri sogni smunti.
        Con te il tempo si è fermato, amore.
        Ed io non ritrovo te, non ritrovo neppure me
        Ti aspetto, qui.
        Non passi.
        Caterinanicoletta Accettura
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