Poesie di Antonio Prencipe

Studente, nato sabato 29 giugno 1991 a Mattinata Prov. FG (Gargano) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Antonio Prencipe

Quel "no" che la morte al posto tuo scrisse

Chissà se adesso inventi
la parte buona di me.

"Dimenticarti è impossibile."

Disse così il tramonto
passato per caso nella mia vita.

Se nella sabbia disegni ancora
la mia anima inventa un nuovo amore
anche per il mio corpo lasciato
su questa terra a tremare.

Quel no lasciato sulla mia pelle
ha lacerato l'aria che aspiravo
nell'attesa di un tuo respiro
sulle mie labbra stanche di aspettarti.

Quel no che tu non mi hai mai detto,
che non hai nemmeno mai pensato,
che ha modellato la mia fragilità
facendomi diventare forte come il cemento
e sensibile come una piuma caduta
da un cielo tenuto in catene.

"I tuoi occhi piangono anche quando
la tua bocca ride."

Così mi hai detto in un sogno
non troppo lontano.

Mi hai amato, odiato, sostenuto
e mai abbandonato perché anche se
fisicamente non ci sei più,
sento i tuoi sorrisi gridare nel vento,
le tue mani accarezzare il cuore
e il tuo amore reggere la mia stanca
e vigliacca voglia di vivere.

Amore mio...

Ti scrivo ancora dicendoti
che la tua morte non ha fatto altro
che rafforzare e rendere indelebile
l'amore che per te ho provato
e che mai lascerò andare via.

Sei Vita.

Sei il dolore più grande che ho dovuto
combattere, la forza di una lacrima
squartata da un raggio di sole.

Quel no che la morte al posto tuo
scrisse sulle pagine del mio destino.
Antonio Prencipe
Composta martedì 5 giugno 2012
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    Scritta da: Antonio Prencipe

    I sassi si sgretolano nel vento

    La gente pensa che il tempo
    guarisca il dolore.
    Si sbaglia, il tempo anestetizza il dolore,
    lo fa sembrare meno amaro e lacerante
    di quel che è...
    Niente passa, tutto si nasconde dietro
    un graffio, un livido grande
    quanto un sole nascosto nelle lacrime
    di catrame che ho gettato, ho perso
    ed ora mi rendo conto di non averle più,
    le ultime le ho perse nel sale
    mischiato al sudore e alla sabbia.
    Ricorderò gli schiaffi,
    le unghie cadute da due mani giunte,
    le ciglia prendere fuoco nella pioggia,
    i sassi gridare per poi sgretolarsi nel vento,
    i petali di rosa sulle bare bianche,
    i silenzi di due amanti abbracciati
    come se la notte non finisse mai.
    Ma quale amore,
    io voglio soltanto fumare e bere vino
    a mezzanotte immerso nei ricordi
    e nella notte mia unica madre.
    Soffrire per amore ma chi me lo fa fare
    preferisco affogare nei sorrisi
    che il diavolo seduto sopra il mio
    cuore riesce a donarmi sussurrando speranza
    alle orecchie sorde della mia anima guerriera.
    Sono uscito di casa ed ho visto
    cadere il mare dentro un vento spento.
    Voglio essere libero in questa
    prigione che la gente comune chiama libertà.
    Donerei gli anni miei a coloro
    che di fame muoiono in Africa
    o in un cartone dimenticato da Dio.
    Mi strapperei gli occhi e li donerei
    a tutti coloro che non hanno mai
    visto una farfalla squarciare un fiore.
    Si muore due volte e si rinasce
    solo una volta dentro un diamante sommerso
    da una strana polvere malinconica.
    Siamo destinati ad un unico grande amore,
    il mio l'ho già perso assieme al cuore.
    Antonio Prencipe
    Composta mercoledì 23 maggio 2012
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      In questa strada stanotte

      In questa strada stanotte
      ho visto donne camminare con ematomi
      visibili in viso e stille di sangue
      grondare dalle mani quasi morenti
      Donne picchiate, umiliate da quell'uomo
      che disse ti amo a quel viso che poi ha massacrato.
      In questa strada stanotte
      ho visto cadere bestemmie e sputare
      in faccia ad un crocifisso nudo,
      Gesù era scappato a piedi nudi
      sull'autostrada annegata nell'oblio.
      In questa strada stanotte
      ho visto grandi uomini riempirsi la bocca
      di parole rincorse dai cani
      Li ho visti morire con in mano niente.
      In questa strada stanotte
      ho visto sorridere assassini, stupratori,
      politici corrotti
      Li ho visti entrare in chiesa
      e voltare le spalle a quel barbone
      che non dorme più perché ha perso
      tutto compreso i sogni.
      In questa strada stanotte
      io sto ancora urlando a chi ama ancora
      parole ustionate nel tramonto di un dolore.
      Non camminerò stanotte osserverò il cielo,
      cercando di tirar giù la luna.
      Accendo l'aurora con le mani
      di un angelo stuprato dalla vita
      Una vita che ha dimenticato di comprare
      le giuste precauzioni.
      Non sono normale!
      In questa strada stanotte
      ho visto una signora cadere dall'autobus
      e non ho visto nessuno aiutarla.
      Lei cercava di rialzarsi tra
      gli sguardi indifferenti della gente.
      Sopravvivere è come camminare
      sulle punta dei piedi su un lago ghiacciato.
      Mangio pane e lacrime fumando,
      seduto ai piedi di un inferno appena nato.
      La felicità mi è troppo stretta
      violenta il vuoto nel mio petto.
      Ho bisogno anch'io di vivere.
      Prendo a calci quel coglione del mio destino.
      In questa strada stanotte
      ho visto puttane spogliare i sorrisi
      di pover'uomini...
      Puttane disordinate che hanno imparato
      a vendersi per poter spalancare
      le ali e puntare alla felicità.
      Antonio Prencipe
      Composta martedì 24 aprile 2012
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        Scritta da: Antonio Prencipe

        Uguale ad un angelo

        Lo stomaco non scoppia anche se
        di parole pietrificate nel silenzio
        ci si sazia invano.
        Sembra tutto semplice ma intanto io
        mi ritrovo ad ammazzare lacrime di sangue,
        gomitoli di sorrisi messi a fuoco
        da un senso di malessere che divora gli occhi
        e tutto questo perché non sono
        forte come te caro Nonno.
        La pietà è disoccupata
        solo i poveri d'animo e di spirito
        se la possono permettere.
        La vita non è altro che l'insulto
        di un angelo incazzato e forse ubriaco.
        Io non voglio amare ma bagnarmi
        nella tempesta d'acqua e grandine sola come me.
        Io prego il vento affinché possa
        spazzare via queste tue vecchie rughe...
        Ustionato mi ritrovo in mezzo
        al grane nero.
        E la notte non passa mai ed io resto
        ancora seduto ad osservare
        il tuo viso sommerso nel dolore
        in questo dannato letto d'ospedale.
        Non me l'avevi detto che tutto
        stava per finire e che questi miei
        vent'anni dovevo prenderli e gettarli nel cesso.
        Non è sempre possibile morire
        senza portarsi dietro qualche vita innocente
        che senza te non ha più senso.
        Voglio diventare un uomo...
        Un uomo che vale almeno la metà
        di quel che vali tu.
        Ed io ti prego di Non Morire,
        stringi quella luce che nei tuoi
        occhi chiari brilla e non lasciarmi
        da solo in questo squallido mondo.
        Io non cerco l'amore...
        io mi innamoro che è diverso.
        Ed ho bisogno di te Nonno.
        Ho bisogno di te ogni volta che deciderò
        di frantumarmi il cuore perché mi basta
        il tuo sorriso, un tuo sguardo
        per sentirmi vivo, amato, felice.
        E capire così che il dolore è niente
        se tu mi baci la fronte e piano
        cerchi di sfiorare la mia anima con la tue
        mani grandi uguali a quelle degli angeli.
        Antonio Prencipe
        Composta martedì 17 aprile 2012
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          Scritta da: Antonio Prencipe

          Il corpo si offre, la dignità si vende

          Ero un codardo...
          Rifiutavo l'amore che tanto speravo.
          Anima muta, cieca, sorda,
          storpiata, abbandonata, massacrata,
          umiliata, cacciata via da un corpo
          che ormai nella nebbia si dissolve in pace.
          Niente baci.
          Solo sesso e dolore nelle case di bronzo.
          Vendevo il mio corpo con discrezione,
          al miglior offerente offrivo anche il cuore.
          Mi rivestivo in fretta, non esistevano
          parole dolci, solo "ciao" e soldi
          tenuti stretti come si tiene stretta
          una vita ormai consumata come quel
          preservativo rimasto a tacere
          nelle quiete di un temporale.
          Una sniffata di coca e lo schifo
          si dimentica per almeno cinque ore.
          Mi credevo forte perché offrivo
          il mio corpo e vendevo a caro prezzo
          la mia dignità, il mio orgoglio
          ai potenti truffatori di libertà.
          I soldi ripagavano la mia debolezza.
          Un Dio muto s'affacciò alla porta
          dell'inferno, osservò i miei occhi e sorrise...
          Ero scettico,
          non capivo il significato di quel sorriso.
          Ora invece scrutando l'infinito
          e l'orizzonte più remoto capisco
          che il dolore come l'amore è vita.
          Ed io sono vivo e vivo con le mani
          macchiate di sangue, il mio sangue lento,
          sgocciolava negli angoli bui del passato
          macchiando con rapida scesa anche
          le finestre aperte del mio
          atteso e predominante presente.
          Usavo il sesso come protezione, perivo
          in silenzio e nel rumore di una carezza
          non fiatavo, vomitavo odio e dolore.
          La luna si trasforma in pioggia
          ogni volta che il passato ritorna
          e nelle orecchie del mio cuore esplode.
          In tasca niente nemmeno una piccola
          briciola di dignità da poter regalare
          a quel gabbiano che ancora oggi
          mi guarda schifato.
          Antonio Prencipe
          Composta martedì 28 febbraio 2012
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            Due anime che vivono nello stesso cuore

            Un'altra delusione.
            Il cuore si spezza ancora
            come un eclissi di luna piena,
            un bicchiere di vino, due o tre Marlboro
            e la vita sembra solo un brutto scherzo.
            La nostra, la tua amicizia
            è tutto ciò che conta.
            L'anima nello specchio bagnato
            dai molti respiri, amara come
            un cielo deserto si specchia ancora,
            piano per paura di ferire l'immagine
            maledetta riflessa nel silenzio di una piuma
            d'angelo caduta gridando vendetta.
            "Siamo destinati a rimanere soli!"
            Ci siamo sempre detti a bassa voce
            ma entrambi sappiamo che soli non saremo mai
            perché l'amore che ricopre i nostri
            corpi a volte offerti, sbattuti sui letti,
            sopra vite eccitate e sbagliate per noi
            per mancanza di sorrisi è più forte
            di qualunque amore destinato a finire.
            Noi siamo più forti del sole che strilla.
            La guerra scorre nelle vene.
            Amica mia siamo entrambi guerrieri
            chiusi a chiave in un cielo
            che non è fatto per essere nostro.
            Ed io ti amo come amo la mia stessa vita,
            i miei sogni che senza te non hanno senso.
            Ricordo ancora quando nel dolore
            lentamente affogavo e tu con i tuoi sorrisi
            e le tue risate sollevavi quel dolore
            fino a trasformarlo come si trasforma
            l'aurora tenuta in catene nell'oblio.
            Siamo amici, fratelli dallo stesso odore,
            folli amanti dell'impossibile.
            Il dolore è un ago che penetra il fuoco.
            La solitudine ha le ali del rancore.
            Sempre uniti, sempre noi, solo due anime
            vissute dallo stesso cuore,
            caduti dal paradiso senza far rumore
            come fa un petalo di rosa caduto piano
            da uno stelo di lacrime furiose.
            Antonio Prencipe
            Composta martedì 28 febbraio 2012
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              Scritta da: Antonio Prencipe

              Mi riconosco solo nel sonno.

              Non toccarmi più!
              Gridò l'anima nuda.
              I pesci in mare negano l'esistenza
              della pioggia.
              Gli umani sulla terra
              negano la notte nel corpo di una stella.
              Per amore sei morta anche tu
              vecchia signora che sola cammini per la città.
              Non mi fido dell'amore forse perché
              sono cresciuto solo...
              Ed ho dovuto recuperare i miei occhi
              perduti nell'odio senza riuscire a comprenderli.
              Aprirò l'aria per poi esplodere
              nello sbattere d'ali di una farfalla.
              Non strapparmi l'adolescenza!
              Gridò la lacrima più anziana.
              Anche un petalo di rosa può morire.
              C'è ancora un viaggio da rifare.
              Me ne vado via da questa vita,
              da questo corpo lasciando soltanto
              uno schiaffo e un bacio sullo specchio
              di fronte all'orizzonte.
              Porto con me la voglia di dormire...
              Mi riconosco solo nel sonno.
              Mi sveglio e non so più chi sono.
              Antonio Prencipe
              Composta domenica 29 gennaio 2012
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                Scritta da: Antonio Prencipe

                Nel cielo bianco il mare è caduto

                Siamo noi il futuro con il culo
                a terra di sicuro...
                Figli di un Gesù Cristo nato sbagliato.
                Ci siamo prostituiti noi anime tristi
                nelle discoteche assieme alla birra
                e alla droga unica amica in quei momenti
                letali, devastanti per chi come
                me ha chiuso gli occhi
                per paura di perdere la vista
                in quel lancinante dolore
                mischiato alla finta allegria,
                figlia del disprezzo...
                Il disprezzo verso noi stessi.
                Ho visto il mare cadere sulle lacrime amare...
                Ho visto le sue onde accarezzare le
                inquietudini fredde come l'avara ignoranza...
                Mare che bagna i miei sorrisi...
                Non ho mai smesso di toccare il tuo tormento.
                Mare nella tua agonia ho gettato via
                il sole spento sul mio petto stanco.
                Abbraccerò la tua ira sotto questo
                cielo grande quasi quanto te.
                Mare immenso di vite infrante.
                Mare di parole d'amore dette e negate.
                Eppure con mano ho toccato il suicidio,
                ho toccato le sue mani fredde
                e insensibili mentre tremava
                e mi diceva Addio balbettando.
                Ci si può sentire vecchi e senza vita
                anche a vent'anni...
                Ci si può sentire l'adolescenza rinascere
                anche a ottant'anni.
                Nel mare ho seppellito il castano
                dei miei occhi...
                Sabbia bianca sulle ali dei malati
                d'amore che piano moriranno perdendo
                il cuore per poi disegnarlo sopra un sasso
                trovato per caso sulla riva di un sogno.
                Antonio Prencipe
                Composta martedì 24 gennaio 2012
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  Il sudore sopra il cuore

                  Ho mangiato fuoco per nutrire il sangue.
                  Sono colui che la gente osserva con disprezzo
                  quando cammina, che sputtana
                  ai portici di una pescheria.
                  Non riconosco casa mia nemmeno standoci
                  dentro accucciato sopra il divano.
                  Io sono immortale perché ho scritto in versi
                  la mia vita con l'inchiostro del mare
                  sulle pareti del destino,
                  della notte, della morte...
                  L'amore è una sigaretta aspirata
                  avidamente da un folle masochista come me...
                  Ho contato le stelle così
                  come si contano le poesie
                  dedicate ad un amore toccato piano
                  da un raggio di sole malinconico...
                  Siamo due cuori violati dalla stessa luna.
                  Respiravo aria gelata,
                  come piombo stracciato e nascosto nelle ossa
                  stanche, bruciate da un male minore...
                  Oggi ti amo senza lacrime sul viso.
                  Domani ti amerò con l'anima ancora distratta,
                  dolce come un fiore cresciuto sul letame.
                  Sorriderò ai tuoi occhi chiari
                  costruiti con mano ferma e sincera da
                  un angelo stordito, impazzito sotto
                  le urla mie che graffiano piano
                  i tuoi respiri ora felici,
                  sodomizzati dai sogni fatti, voluti con te.
                  E poi sei esplosa dentro il buio
                  perché troppo muta è questa lenta agonia
                  che ti trascina dentro i miei baci.
                  Fingerai d'amarmi per un'ora
                  o forse di più ma mai dimenticherai
                  il sudore sopra il cuore, le rose
                  accompagnate dalla grandine preziosa
                  come i cristalli che gli amanti regalano
                  alle donne prive d'inquietudine nel loro cielo.
                  Antonio Prencipe
                  Composta lunedì 23 gennaio 2012
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                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Come catrame in mare

                    Si è più liberi in guerra.
                    In tasca polvere da sparo in onore
                    di chi non nega mai i consigli dell'oscurità.
                    Mio fratello non sa piangere ancora.
                    Mia madre non vede i miei occhi
                    spenti mentre le parlo.
                    Ma cos'ho che non va?
                    Quante volte ho pensato di farla finita,
                    di prendere per mano la vita e tuffarmi giù
                    da un balcone aperto al centro del tempo.
                    A te che baci la libertà
                    senza combattere alza lo sguardo
                    che il cielo si spegne ancora sopra di te.
                    L'accendino non funziona più,
                    fumo perché non ho ancora imparato
                    a vivere in amore e armonia con la gente.
                    Troppo spietato e sensibile sono
                    per poter pretendere la felicità.
                    Come catrame in mare si sta qui
                    in inverno immersi nelle foglie immature.
                    E dov'è?
                    dov'è quella donna che ho sempre cercato...
                    Pensavo fosse amore e invece era
                    solo dolore partorito, abortito,
                    scalfito, infinito nella pelle morsicata,
                    scoppiata, ansimata, alienata.
                    Sono sicuro che comprenderò questa
                    fuggiasca vita lo stesso giorno in cui
                    le mie corrotte verità toccheranno piano la bara
                    di plastica che mi salverà dall'eternità.
                    L'insicurezza regna nella casa dei ricordi.
                    Ho sanguinato amore mentre camminavo,
                    sudavo e annaffiavo mani nude
                    col mio cuore storpiato, depravato.
                    La felicità crea egoismi inutili.
                    La sofferenza crea poesia.
                    Non c'è tempo per chiedere perdono
                    squarcia questo vento e sentirai
                    le mie lacrime danzare sul viso
                    creato da un angelo rinchiuso in manicomio.
                    Antonio Prencipe
                    Composta giovedì 19 gennaio 2012
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