Scritta da: Asianne Merisi
Oscilla il pendolo di questa vita prigioniera,
tra cieli neri e puzzo acre di qulla ciminiera.
Corre la paura su binari morti
un lager l'ultima stazione
"solo andata"
dicevano le grida di quei soldati forti.

Cammina la paura sulle strisce di un pigiama a righe
dove il tanfo era di morte e lacrime versate.
Mentre il cuore di ogni ebreo gridava...
"perché ci odiate?"
Non vi può essere ragione, scusa o giutificazione,
perché quella gente moriva in quell'orrore.
Figli, fratelli, mariti, mogli e genitori
non vi era pieta tra le urla di dolore e silenzi di morte.

Si perdeva lo sguardo
tra capannoni giganti e esseri umani ammassati.
Non uno sguardo
non un respiro... solo l'orrore
non la pietà
non un cuore... solo terrore.
E domani,
ci saranno uomini che stringeranno pugni pieni di ossa
e parole sporche di sangue
per chi ancora offende quella memoria.

Disegnato e tatuato sulla pelle il numero dell'orrore
perché tu, ebreo... per loro, non avevi nome
inermi a quel ludibrio imposto e alla sottile morte.
Si potrà dire che, non finirà mai quel tempo di pianto.
Il sangue è fratello di questa memoria
ricordalo tu...
figlio di questa storia.
Composta lunedì 27 gennaio 2020

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