Scritta da: Ubago16
Ispira la tua voce
quando perde il significato del verbo,
ed io sono nato in lei,
senza nessuna paralisi da cercare,
in angeli di cristalli che piovevano,
tra perle di distanze che strillavano
per la paura di avvicinarsi e poi smarrirsi
tra frantumi di magie infinite
nello specchio di attimi dispersi.

Quella voce non aveva nome,
o quella voce non esisteva
senza quello stesso nome,
e le cose cambiano o le cose muoiono,
e il nome le chiama o le vivifica,
quindi adesso devo farlo,
posso farlo, e quando voglio
non voglio perché l'attesa è tutto
e la sua fine un delitto.

Ispira la tua voce
se pronuncia il mio nome,
quando il margine di un'anca
affonda nell'addio di un bacio
e il suo oblio definisce la parola,
sulla schiena un neo
e accanto al labbro un altro,
il sorriso di chi si accende
nella solitudine di una compagnia.

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    Scritta da: Ubago16
    Ha partecipato al concorso
    AMORI di_VERSI

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