- Leo: Diciassette anni? Hai diciassette anni? - Veronica: Non vedo come la mia età sia rilevante in questa discussione. - Leo: Beh, è perché non mi stai leggendo nel pensiero...
Brooke: Ti ho detto di lasciarmi andare! Sono io che sono senza ragazzo, senza vestito e con un occhio nero. Tu vai al ballo con il ragazzo che ami, quindi hai vinto! Va bene, hai vinto. Perché diavolo te la sei presa tanto? Peyton: Perché me la sono presa? Brooke, questo è stato uno dei peggiori anni di tutta la mia vita e avevo bisogno della mia migliore amica più che mai, e tu... mi hai tagliato fuori perché sono stata sincera con te! E tu invece non sei mai stata sincera con me. Brooke: Peyton... Peyton: Hai scherzato sulla morte di mia madre, Brooke. Tu la conoscevi, hai pianto con me quando se n'è andata e tu... l'hai usata come battuta finale di una barzelletta soltanto per ferirmi. Fa male, mi ha fatto male... e tanto. Ma non importa più perché fra te e me... è finita. Hai ragione, lei è morta e per quanto mi riguarda anche tu.
- Owen: Non puoi giudicare una persona da un unico caso. - Christina: Il paziente ha diritto di sapere chi è il suo chirurgo e non importa se per caso qualcuno si offende. [...] - Dottoressa Cambel: Cosa farebbe se all'improvviso andasse via la luce o se dovesse operare in un ospedale che non può permettersi un fluoroscopio. Come con la calcolatrice. Visto che c'è una macchina che fa i calcoli i bambini non dovrebbero imparare le basi dell'aritmetica? - Christina: Se li aiutasse ad evitare degli errori come questo. [...] - Owen: Oggi sei stata una maestra con chi aveva bisogno di una lezione ma brutale con chi aveva bisogno di comprensione. Sei stata entrambe le cose, perché io non ci riesco? - Christina: Non sono stata brutale e avevo ragione. - Owen: Giusto. Sei esattamente come lei: caparbia, con idee precise, brava. Fra 40 anni dovrò strappare quel bisturi anche dalle tue mani. - Christina: Dalle mie mani gelide di morta. - Owen: Non hai capito il punto. Voglio starti vicino per i prossimi 40 anni.
Gilbert Keith Chesterton ha scritto: "Le favole non dicono ai bambini che esistono i draghi, i bambini già sanno che esistono, le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere uccisi."
I quartieri residenziali sono un campo di battaglia. Arena di ogni tipo di guerra domestica. Mariti che duellano con le mogli. Genitori che incrociano le spade con i figli. Ma le battaglie più sanguinose sono quelle tra nuore e rispettive suocere.
Di tutte le armi con le quali possiamo combattere, non ce n'è alcuna potente come la mente. È la sede dei nostri istinti e del nostro apprendimento e ci consente di distinguere gli amici dai nemici, l'amore dall'odio. E se quest'arma è malata non si è disarmati. Se la mente è danneggiata tutto diventa più pericoloso e non c'è nessuna garanzia che non sceglierà se stessa come sua prossima vittima.