Corrono le immagini di fantasmi fra le note
Immobili tra il respiro ed il sospiro
i fiori di loto di mille mani sbiadiscono
Lasciando che la luce filtri nelle vene scorrendo come tempo
Come sabbia di rabbia nelle clessidre piccole rivoltate
a testa in giù per non pensare più quando gli occhi sognano
Quando l'onda del rivolo si appoggia come un abbraccio
Un velo pietoso di zucchero sul sale
Che poi sale la lacrima che fugge dagli zigomi
La stessa forza d'animo della stessa poesia
Rime singhiozzanti ed infranti senza baciarsi mai
Incrociati si ma parole vuote come gli attimi di diffidenza
Di cui purtroppo non riesci a far senza
Corrono le immagini dentro la mente per cercare disegni
Modelli a cui ispirami solo un libro principesco che mi guidi
a come tracciare i miei guai, a contornare i miei mai come ben sai
Ed intanto l'orizzonte si fa sempre più piccolo nelle nostre mani
La linea della vita l'orizzonte è il ballo di fine stagione
La storia sei diventato la storia! Il silenzio che tace e piace
a se stesso ed ai miei guai.
Sarò l'onda del fiume, la corrente calda che con quella fredda
Da origine all'innondazione per lasciare il fango sulla differenza
e mettere alla fine i fiori nelle bocche da cui si spara il sole
Ed alzare soluzioni e bambini per creare fiori da mettere nei cannoni e senza indulgiare se la giornata diventa tempestosa
Grigia di un cielo arrabbiato nero qui comando io fulmini e saette
Le quattro meno dieci io mai al mare non so quanto è profondo
Ma dentro gli occhi le colonne del cielo danno una porta di terra
Attraverserò il lato oscuro della luna sempre piena di eclissi
e vita e quando farà freddo saprò per certo che dai crateri
Se uscisse fiato, sarebbe solo il respiro arrabbiato di un'altra
notte che verrà.
Quando l'onda del fiume si appoggia come un loto
La sabbia di rabbia cerca di svegliarla e di alzarla in volo
Ma si è addormentata e dorme abbracciata all'acqua
Che intanto corre e si infrange, lasciando il fango sulle malelingue
Un velo di gelo fra le dita sul sale e sale lacrime amare di città
Un velo di gelo tra le dita ho le mani congelate
Dai prendi il tuo bisturi ed andiamo via di qui
Da chi non vuole il sole e nemmeno un'altra Luna lì.
Composto mercoledì 6 dicembre 2017

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    Dedica:
    Al professor Bucci.

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