La campagna vaccinale contro il corona virus è partita con il freno tirato. Pur sperando in un successivo miglioramento permane il timore che ritardi inaccettabili possano essere causa di molte morti e di danni economici ingenti. Sottolineato che in tempo di emergenza sono necessarie misure di emergenza, vorrei proporre quanto segue, nel presupposto che una accelerazione non può che derivare dalla moltiplicazione capillare dei siti vaccinali. In aggiunta a ospedali (anche privati), farmacie e medici di famiglia, le vaccinazioni possono essere affidate anche a semplici infermieri, perfettamente in grado di fare una iniezione, coadiuvati da qualche volontario per le registrazioni del caso. Palestre, luoghi pubblici e simili possono essere sedi da adattare allo scopo. Il problema della idoneità alla vaccinazione può essere risolto mediante il rilascio da parte dei medici di famiglia, che ovviamente conoscono le condizioni di salute dei loro assistiti, di un nulla osta affinché l'inoculazione del vaccino avvenga senza rischi. Detta soluzione avrà i suoi maggiori effetti quando arriveranno vaccini che richiedono temperature di conservazione meno esasperate. Se le leggi non consentono tale procedura, si modifichino urgentemente le leggi, dato che è a rischio il futuro del Paese.
Composto martedì 5 gennaio 2021

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