Pensieri


Scritto da: Jean-Paul Malfatti
in Diario (Pensieri)
It hasn't been that easy to make ends meet these days. The increasingly greedy and voracious inflation eats up our savings, increases prices in an exaggerated and untimely way and, consequently, prevents us from living a healthy, balanced and a little happier social life. It is a depressing situation that frustrates all who strive to continue to lead an honest and honorable life.
Al giorno d'oggi non è stato così facile sbarcare il lunario. La sempre più golosa e vorace inflazione si mangia i nostri risparmi, fa aumentare i prezzi in modo esagerato ed Intempestivo e, di conseguenza, ci impedisce di vivere una vita sociale sana, equilibrata. E un po' più felice. È una situazione deprimente che frustra tutti coloro che si sforzano di continuare a condurre una vita onesta e onorevole.
Composto lunedì 28 marzo 2022
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    Scritto da: Andrea De Candia
    in Diario (Pensieri)
    Quando sarò memoria, in quale età
    degli occhi tuoi salirò a galla. Giovane,
    fra i tuoi giochi in ginocchio, per avere
    il tuo viso a livello del mio.
    O come oggi mi vedi, dall'altezza
    del ramo terminale ove fiammeggi:
    io per te spallidente radice,
    figura che abbandona la finestra,
    già sfilato ogni anello. "Naturale,
    non infelice abnegazione" - medita,
    centrandomi, lo sguardo di diamante
    dei tuoi vent'anni. Seppure
    così non è: che mai non cessa, mai,
    di trasalire alle sobillazioni
    di primavera l'anima. (Saprai
    tutto a suo tempo). Adesso
    fermami in questa luce di trapasso,
    -profilo tra fuoco e cenere - già incisa
    memoria in te, dove mi sento in salvo.
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      Scritto da: Andrea De Candia
      in Diario (Pensieri)
      Che non so amarti, dici.

      Ma chiedilo al tremore delle mani
      quando si fanno nido alla tua nuca,
      chiedilo alle radici delle vene
      quando m'ami, al mio cuore che boccheggia
      spingendo la sua punta palpitante
      fra i cerchi delle costole di pietra.
      Chiedilo ai giorni, quando ne raccolgo
      in ginocchio i frantumi,
      se anch'essi non inneggiano al tuo nome!

      Tu non mi lasceresti così sola,
      con l'anima accecata e senza voce
      come una grotta occlusa
      o un delta disertato dai suoi fiumi.
      Tu non mi lasceresti qui delusa
      mentre la sera taglia
      dai vetri oblique croci
      che si spezzano ai muri, mentre attendo
      e incarto l'ore in futili menzogne.

      T'aspetterò, tutt'una con la casa,
      insieme impallidendo a poco a poco;
      non vorrò, a lungo, accendere la luce:
      preparerò la tavola a tentoni
      scegliendo la tovaglia preferita
      né scorderò gli anemoni.
      Poi ghiaccia siederò, l'anima in fiamme,
      un libro in mano, chiuso.

      Finché vedrò i lampioni
      mettere tutti insieme gli orecchini.

      Quanto allora avrò atteso, potrà dirti
      – se tu venga! – il rimorso della sveglia.
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