Scritta da: Sannino Michele
Bella quella frase in cui leggo la speranza di chi ha comprato un grande libro, ove scrive i versi proiettati in un domani sempre migliore.
Composta lunedì 28 settembre 2015
Qui trovi frasi sui Libri, frasi sulla lettura, piccoli estratti e citazioni utili. Ti ricordiamo poi che il 23 aprile si festeggia la Giornata mondiale del Libro.
Bella quella frase in cui leggo la speranza di chi ha comprato un grande libro, ove scrive i versi proiettati in un domani sempre migliore.
I libri sono diari di bordo di viaggiatori affascinati dal mondo, che hanno l'abitudine di appuntare parole e segni noti solo a se stessi, ma che diventano comprensibili solo se tradotti col linguaggio del cuore.
Ascolto i canti dei libri, perché sono loro a riempire la mia anima di emozioni.
Potessimo ascoltare il suono della voce: non come finito risultato; ma come percorso impervio e aperto, come via che ci percorre, attraversa, ci trema, ci scuote, nutre, di nuova fame ancora, la pelle assenso, drappeggio di fiamma, e ancora vela, e mantice di sé; allora il corpo può essere una vita, da capo a piedi lungo una vita: il tempo di percorrerlo.
Io mi divertivo ad avere trent'anni, io me li bevevo come un liquore i trent'anni. Sono stupendi i trent'anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge; perché è finita l'angoscia dell'attesa e non è cominciata la malinconia del declino. Perché siamo lucidi, finalmente, a trent'anni! Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti; se siamo atei siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani, non temiamo i rimproveri degli adulti perché anche noi siamo adulti. Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c'è nulla di male ad amarci se c'incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell'olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore da grandi. Siamo un campo di grano maturo a trent'anni, non più acerbi e non ancora secchi: la linfa scorre in noi con la pressione giusta, gonfia di vita. È viva ogni nostra gioia, è viva ogni nostra pena, si ride e si piange come non ci riuscirà mai più. Abbiamo raggiunto la cima della montagna e tutto è chiaro là in cima: la strada per cui scenderemo un po' ansimanti e tuttavia freschi. Non succederà più di sederci nel mezzo a guardare indietro e avanti e meditare sulla nostra fortuna: e allora com'è che in voi non è così? Com'è che sembrate i miei padri schiacciati di paure, di tedio, di calvizie? Ma cosa v'hanno fatto, cosa vi siete fatti? A quale prezzo pagate la Luna? La Luna costa cara, lo so. Costa cara a ciascuno di noi: ma nessun prezzo vale quel campo di grano, nessun prezzo vale quella cima di monte. Se lo valesse, sarebbe inutile andar sulla Luna: tanto varrebbe restarcene qui. Svegliatevi dunque, smettetela d'essere così razionali, ubbidienti, rugosi! Smettetela di perder capelli, di intristire nella vostra uguaglianza! Stracciatela la carta carbone. Ridete, piangete, sbagliate. Prendetelo a pugni quel Burocrate che guarda il cronometro. Ve lo dico con umilità, con affetto, perché vi stimo, perché vi vedo migliori di me e vorrei che foste molto migliori di me. Molto: non così poco. O è ormai troppo tardi? O il sistema vi ha già piegato, inghiottito? Sì, dev'esser così.
Esistono opere d'arte raccontate in versi, le favole esistono e si materializzano nei libri.
La vita sotto il capitalismo era rozzamente aggressiva, pensò Nikolaj, ma la vita sotto il comunismo era volutamente grigia.
Una vita senza amore è come un francese senza vino, o un essere umano senza ossigeno.
È difficile scrivere, perché per scrivere bene devi entrare dentro la scena, vivere le emozioni di chi stai descrivendo fino a fil di pelle, e poi in fondo finché ciò che scrivi non diventa qualcosa che vivi, o hai vissuto e nello stesso tempo che non ricordi. Non è difficile scrivere, è complicato vivere ciò che si scrive perché o c'è stato o non c'è mai stato.
Una delle cose più vere che i libri possono insegnare, è che non tutti leggendo imparano l'educazione.