Scritta da: nikkappa
in Frasi & Aforismi (Libri)
Amava le cose selvagge, disordinate come le alte montagne, le vecchie querce. E i capelli di Aliena.
dal libro "I pilastri della terra" di Ken Follet
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Amava le cose selvagge, disordinate come le alte montagne, le vecchie querce. E i capelli di Aliena.
E nella mia vita ho già avuto due mogli e una l'ho mandata via e dall'altra sono scappato io, e centinaia ragazze-amanti ognuna delle quali è stata da me tradita o imbrogliata in qualche modo, quand'ero giovane e sfrontato e non mi vergognavo di chiedere.
Ora osservo il cipiglio della mia faccia nello specchio e lo trovo disgustoso.
Abbiamo il sesso nei lombi e vaghiamo e vaghiamo sotto le stelle su duri marciapiedi; selciati e vetri rotti non possono ricevere la nostra dolce baldanza, la nostra dolce finanza.
Dovunque, nel mondo, facce torve, senza dimora, senza amore, sordide, vicoli di notte, masturbazione (il vecchio di 60 anni che una volta vidi masturbarsi per due ore di fila nel suo stambugio all'hotel Mills di New York) - (lì dentro non c'era altro che carte - e dolore-).
Ah, penso, ma da qualche parte nel corso della notte mi attende una dolce bellezza, che verrà da me e mi prenderà la mano, magari martedì - e io canterò per lei e sarò puro di nuovo e sarò come un giovane Gotama lanciatore di frecce che gareggia per essere premiato da lei.
Troppo tardi! Tutti i miei amici stanno diventando vecchi e brutti e grassi, e io pure, e da quella parte non c'è nulla se non speranze che non si concretano - e il Vuoto l'Avrà Vinta.
Mi chiamo Anatolio. Non ho ancora due mesi. Mangio riso e latte ogni cinque ore. Tengo il posto di Raf mentre è via.
Le osservazioni e gli incontri di chi va attorno in silente solitudine sono al tempo stesso più sfumati e netti di quelli dell'uomo socievole, i suoi pensieri sono più giovani, più bizzarri, e mai esenti da un'ombra di tristezza. Impressioni e immagini, che si potrebbero facilmente scrollar via con un'occhiata, un sorriso, uno scambio di opinioni, lo preoccupavano oltre ogni misura, s'approfondiscono nel silenzio, diventano importanti, si trasformano in avventura, episodio, sentimento. La solitudine fa maturare l'originalità, la bellezza strana e inquietante, la poesia. Ma genera anche il contrasto, lo sproporzionato, l'assurdo e l'illecito.
Con meraviglia Aschenbach vide che il ragazzo era di una bellezza perfetta.
Ciò che conta davvero è essere se stessi, credere nei propri ideali, saper godere e saper soffrire... le situazioni cambiano, l'identità resta.Commenta
Harwin sbarrò gli occhi. "Dèi misericordiosi" disse con voce strozzata. "Arya...? Arya Piededolce? Lem, lasciala andare!"Commenta
"Mi ha rotto il naso." Lem la scaricò sul pavimento senza troppi complimenti. "Per i sette inferi, ma chi dovrebbe essere questa qua?"
"La figlia del Primo Cavaliere." Harwin si prostrò con un ginocchio a terra davanti a lei. "Arya Stark di Grande Inverno".
A volte sembra sbagliato... fare la cosa giusta.
Quando non ti prendi le tue responsabilità rinunci alla tua libertà e al tuo potere, nella misura in cui lo fai.
Non credo esista una sostanziale differenza tra chi scrive e chi legge, la differenza è più espressa più dagli argomenti che si scelgono di scrivere o leggere.
Per molti anni, non ho mai compreso che cazzo ci si trovasse nel leggere banali idiozie sull'amore. Io ho sempre letto, per svago, principalmente romanzi dell'orrore, qualche saggio sul cannibalismo o sul vampirismo, fumetti della Bonelli, poesie di Baudelaire che mi affascinavano, ma alle quali non sapevo dare un vero senso e pallosissimi manuali d'istruzioni o riassunti di corsi, per motivi lavorativi.
Ebbene, credo di aver tristemente compreso che, in molti casi, le persone scrivano o leggano in base a ciò che gli manca nella vita, per questo va così tanto l'amore...
... Spero di buttare presto la biro nel cesso e di ricominciare a rileggere qualche romanzo di Barker.
Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione.
Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d'una ingiustizia che non t'aspettavi, d'un fallimento che non meritavi. Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. Scelta che può dare un po' di sollievo, ammettiamolo, ma che di rado s'accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono.