Scritta da: Giovanni Govoni
Vengono da qualche parte, e vanno chissà dove. Ci sono io che le guardo, e chissà chi altro. Sono l'immaginario che c'è in noi: nuvole.
Composta giovedì 5 maggio 2016
Vengono da qualche parte, e vanno chissà dove. Ci sono io che le guardo, e chissà chi altro. Sono l'immaginario che c'è in noi: nuvole.
Credo che basti credere per credere in qualcosa.
Quando ti giudicano a prescindere, il problema non sei tu ma il loro piccolo cervello.
Chi ti giudica senza conoscerti è un miserabile. Ma chi ti giudica avendoti conosciuto, dimostra di essere poco intelligente ed anche frustrato.
Aveva quella bellezza negli occhi di chi nella vita aveva pianto tanto e ora rideva.
Non puoi spiegare l'emozione di un attimo a chi dà per scontato tutto.
Ho combattuto le malelingue con l'arma del silenzio. D'altronde la stupidità non merita attenzione.
Dentro di lei vivevano più donne ed io le amavo tutte. Amavo ogni sua sfumatura, ogni sua tempesta, la sua dolcezza, la sua durezza amavo lei è tutto ciò che dentro di lei viveva e si nascondeva. Era mare in burrasca e acqua salata, era eccesso, forza e coraggio. Ma era anche fragile e vulnerabile e si proteggeva dietro a tutte quelle donne che in lei esistevano. Era bell'anima a chiunque la incontrava.
Quando il preconcetto impera, gli asini che non sono stupidi come molti ritengono, mostrano la loro intelligenza evitando sproloqui inutili.
Diffidate da chi si mostra sempre buono. La bontà è nelle azioni e nei gesti, non parla, né si racconta. Si mostra.