L'abito è la prima maschera con cui il genere umano è abituato a nascondere o ad amplificare le frustrazioni, gioie, passioni, tristezza, rabbia, malinconia, gioia che la vita ci regala. "Spogliamoci" da questa condizione quando ci confrontiamo con l'altro e autenticheremo i nostri rapporti. Aggiungere materia alla materia porta solo all'implosione della stessa.
Chi vuole aspirare a scalare la più ardua strada della vita verso il successo si deve "accontentare" di camminare molto lentamente; si potrebbe precipitare e non rialzarsi più.
Petali di rosa appena raccolti cadono su bracieri ardenti, pezzi di crocifisso staccato da una chiesa sconsacrata arde il fuoco, lacrime di passione e sofferenza tentano di calmierare questo mio percorso ardente che mi attende; stringo tra le mani i ricordi di una vita. Uno, all'improvviso allevia la mia sofferenza così, d'improvviso. Apro il pugno della mano: sanguina... il sangue si riversa sul mio cammino di passione e lo estingue. Il mio sangue estingue quel percorso che mi attendeva pieno di dolore e atroci sofferenze. Non ho più tempo: sono uno schiavo in evoluzione che attende il suo nirvana. Da quel mio pugno ora, di sangue, non c'è più traccia; i carboni ardenti non ardono più: adesso posso attraversarlo. Ecco, sono dall'altra parte del cammino, adesso però lo riaccendo: sto aspettando ancora una persona che di sangue non ne ha!
"La pietà" la prova colui che dentro l'anima l'ha già avuta di se stesso: in caso contrario, quello che si prova, è frustrazione, invidia: paradigma dell'antitesi di una vita corroborata dal dissenso manifesto e dall'elaborazione interiore di ricerca continua dell'assenso e dell'approvazione altrui.