Ory, Davide e Vincenzo, grazie per l'interessamento.
Ci sarebber'ulteriori sviluppi, sempre più specialistici , che preferisco postar'altrove. Nulla di positivo: ancora prevalgono in sovrabbondanza dati a corroborazione d'un eterodeterminismo fatalista e destinale che di per sé sarebbe perfino auspicabile se solo fosse provvidenziale anziché distopico e crocifiggente. Il decorso degl'avvenimenti parrebbe seguire un suo arbitrarissimo scadenzario storiosofico, che ci releg'al ruolo d'attori e spettatori nell'osceno spettacolo dell'esistenza. C'è preclus'ogni margine registico/autoriale, ogni libertà, ogni potere di controllo retroattivo. Ma, lo ripeto con maggior chiarezza, non dovrebb'essercene alcun bisogno se la mèta è quella d'incassare ciò che ci spetta com'Assoluto (=>incondizionato) diritto, val'a dire per "sola gratia". Ancora tropp'Engels & Bloch e troppo poco Marcuse.
Se davvero tale twist venisse corroborato, adieu Sofocle, The Butterfly Effect & co. Non ho problemi a rivedere i miei gusti estetici, anzi: sarebbe una liberazione.
Sono soddisfatto Mauro . in linea generale collimo , anche se per ora non me la sento di archiviare Nietzsche e i suoi da te citati . All'orizzonte non vedo lumi e a me pare ..distorto questo post-modernismo , oppure la Filosofia è veramente in fin di vita .
C'è ancora posto per un pensiero lucido.. e nuovo, mi chiedo spesso .
Uauh, Mauro, questo tuo argomentare sul nostro Rimbaud per i miei orecchi, e per tutta me stessa, è musica, straordinaria musica (finita su un sito di pensieri e parole non si sa per quale caso bizzarro, ma va benissimo anche così...).
Grazie.
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