Scritto da: Tommaso Mazzoni

Mascagni


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...moltissimi. Non certamente fra gli ultimi, tanto per darvene un'idea, Giacomo Puccini e Gustav Mahler, Pëtr Il'ic Ciajkovskij e Wolfgang Amadeus Mozart, Alexander Borodin e Franz Peter Schubert, Giovanni Battista Pergolesi e Fritz Kreisler; come non mi sentirei nemmeno di trascurare musicisti della portata di Carlo Alberto Rossi e Francesco Paolo Tosti, Cole Porter e Arcangelo Corelli...
Insomma, andando avanti di questo passo, non finirei più! Perciò, rientriamo subito in corda.

Mascagni ebbe, come altri musicisti della migliore tradizione, un suo mecenate che, all'inizio dei sui studi fece la differenza, come si direbbe oggi, fra essere un musicista circoscritto alla Città e diventare, invece, un musicista di fama perlomeno nazionale. Tale protettore è stato il conte Florestano De Larderel.
De Larderel sovvenzionò il futuro grande compositore (che grande lo sia, ve l'assicuro, non c'è alcun dubbio (*) ) per i suoi studi al Conservatorio di Milano. E qui frequentò nientemeno che la classe di composizione di Amilcare Ponchielli.
Le vicende del compositore livornese sono assai ben note a tutti; forse, meno ad uno. Ecco, è per rispetto di quest'uno - che potrebbe coincidere, puta caso, anche con l'unico lettore che mi sta seguendo - che ricorderò l'abbandono del Conservatorio, assai ... [segue »]
Composto martedì 2 novembre 1999

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    Scritto da: Tommaso Mazzoni
    Riferimento:
    (*) - Se non fosse sufficiente la mia affermazione, certamente piuttosto di parte (per il fatto che io voglio bene a Mascagni), vi riporto pari pari le esatte parole apparse sull'Illustrazione Italiana a seguito della prima rappresentazione, molto applaudita, di Cavalleria Rusticana al Costanzi di Roma: "è novella, è dramma, è opera, ed è sempre capolavoro".
    Non era necessario riferire minuziosamente tutto ciò: voi lo sapevate già, e oggi, come sappiamo tutti, Mascagni è Mascagni, ed è tale almeno dal 1890 (17 maggio), anno della prima di Cavalleria, e quindi del suo riconosciuto, pressoché universale successo.
    Verga, per completare un tratto degno di attenzione, seppure non essenziale, all'epoca aveva 50 anni; Mascagni 27.

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