Scritto da: Andrea Manfrè

L'ombra nella Bottiglia


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...osservare le onde tramutarsi in angeli e gli angeli oscillare e frantumarsi e riapparire, lontano, in un luogo che sogno non è, né realtà, un striscia d'incertezza che spesso si confonde, ci confonde, ci turba.
L'eco di una voce solitaria, un gabbiano, l'urlo del vento, poi l'uragano.
Rincasai quando era notte fonda. Dopo il canneto il fiume, qualche stella sospesa sugli steli, il mio dolore e la stradina illuminata, poi aprii la porta, accesi la luce e mi buttai sul divano.
Le pareti sembravano di burro, e l'aria all'interno era irrespirabile.
Aprii la finestra e buttai l'occhio distrattamente oltre il davanzale. La luce dei lampioni si sdraiava esile sulla strada, e solitudine correva lungo i marciapiedi. Richiusi la finestra con forza, girai i tacchi e m'incamminai con passo spedito verso la cucina.
Vidi una Ballerina di Vetro sostare immobile sopra la credenza. Un attimo di titubanza, poi adagiai tra le gambe la bottiglia: il tappo esplose nell'aria con fragore, liberando un suono stridulo e colmo di disperazione. Afferrai un bicchiere: particelle, sogni in miniatura, il passato, tutto in un attimo svanì nella gola ed anche il mio dolore, scivolò dentro, lentamente, inesorabilmente.

"Non c'è sentore d'eternità nella passione: il mio ... [segue »]

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