Scritto da: Marianna Mansueto
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"Carissimo Westley, non ti ho mai chiamato così prima, vero? Westley, Westley, Westley, Westley... carissimo Westley, dimmi che ho una possibilità di conquistare il tuo amore." Detto questo, osò quanto non aveva mai osato: lo guardò dritto negli occhi.
Lui le chiuse la porta in faccia.
Senza una parola.
Senza una parola.
Buttercup fuggì. Girò su se stessa e schizzò via menre le lacrime scendevano amare; non vedeva nulla, inciampò, sbattè contro un albero, cadde, si rialzò, continuò a correre, la spalla pulsava dove il tronco l'aveva colpita e il dolore era forte, ma non bastava a farle dimenticare quello del suo cuore spezzato. Tornò nella sua stanza, al suo guanciale. Al sicuro, dietro la porta sbarrata, inzuppò il mondo di lacrime.
Neanche una parola. Non l'aveva degnata nemmeno di una parola. "Spiacente" avrebbe potuto dirle. Si sarebbe rovinato a dirglielo? "Troppo tardi" avrebbe potuto dirle.
Perché non le aveva detto almeno qualcosa?
Buttercup ci pensò per un attimo con molto impegno. E all'improvviso ebbe la risposta: non aveva parlato perché nel momento in cui lo avesse fatto sarebbe stato finito.
Bello era di sicuro, ma non era magari anche cretino?
Nel momento in cui avesse utilizzato la lingua, si sarebbe ... [segue »]

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