Portava catene spesse come la notte, con cui si trascinava la sua stessa vita.
Qualche riflesso di colori accesi, e niente altro che un celeste tenue, fatto d'aria, e a volte di respiri.
Eppure non ha mai chiesto di andar via, restava nel silenzio, e nel silenzio inventava mille facce trasparenti, della stessa pasta del suo muso, tranne che per gli occhi, ogni volta persi da se stesso, diretti nello sguardo, a cercare dove fosse arrivato, a immaginare.
Una nebbia intensa ne mischiava i respiri, solo per coloro che potevano ascoltarne il senso nei sussurri, agli altri regalava discorsi senza risposte, e senza sentimenti invadenti, imbarazzanti.
Agli altri risparmiava quel momento d'incertezza, fatto della sua presenza.
Ad un tratto, si è girato verso la direzione del vento, ed è andato via, adesso è fuori.
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