La mia mente vaga nel giardino dei nonni paterni, a me particolarmente caro, teatro di tanti ricordi d'infanzia.
Curiosamente l'attenzione cade non sulla creatura più alta, la quercia piantata 23 anni fa in mio nome, ma scende sul tappeto d'erba che leggero e sinuoso si muove al ritmo che l'aria, severa direttrice d'orchestra, gli impone.
Guardo allora con ammirazione un filo d'erba che, così esile e fragile, si piega al vento, a volte dolce brezza a volte vento di tempesta, ma sempre passeggero, senza mai resistergli.
Poi osservo la quercia che si erge possente e fiera, le sue salde radici ancorate al terreno, il suo tronco diritto e robusto come colonna portante e albero maestro.
Il vento non scuote che le sue fronde e nella sua maestosità sembra compiacersi della sua solidità, mentre dall'alto osserva il piccolo filo d'erba che viene scosso da ogni soffio.
La povera quercia non sa, ahimè, che per quanto sia forte esisterà sempre un vento capace di sradicare le sue radici e spezzare il suo tronco.
Così sono io che ho cercato di costruire solide certezze contro il vento delle mie paure, come la quercia cresce in solidità per non piegarsi alle intemperie, senza capire che la vera forza è nel filo d'erba che accoglie il vento, a volte dolce brezza a volte vento di tempesta, ma sempre passeggero.

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    postato da , il
    davvero bella!! è proprio vero.. la vita è così purtroppo..

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