Ciao, chissà se vorrai ascoltare un'altra di queste lettere e chissà se ancora saprai subire lo scorrere di queste parole. Ti ho scritto così tanto in questi attimi, anche se non ti ho mai conosciuta; ti ho scritto così tanto in questi attimi, forse divenuti troppo grandi per non scordare quello che c'è fuori. Eppure ho ancora bisogno di te, più che mai ho bisogno di te. Perché continuo a non vederti. No, il problema non è il tuo: è di questa penna che singhiozza nello scrivere queste frasi perché lo relegata troppo tempo a far grumi col suo inchiostro; no, il problema è di questo cuore nello scrivere questa vita perché l'ho lasciato troppo tempo a impolverarsi d'ipocrisia. Ma ci sei ancora tu forse la mia unica salvezza, forse la mia unica speranza, per ciò ti prego fatti viva. Voglio guardare nei tuoi occhi l'oceano che mi sono lasciato alle spalle, voglio sognare sulle tue labbra la bellezza di questa vita. Ti prego, forse non puoi vedermi neanche tu questo mondo di oggi a volte sa essere così impenetrabile. Non è paradossale: sempre più volti ci passano accanto e sempre meno sguardi incontriamo? Però puoi sempre tendermi la mano, però posso sempre tenderti la mano perché la bellezza di un respiro selvatico me la ricordo ancora bene; e continuerò a deridere chi pensa che sia debolezza l'aver bisogno di qualcuno e continuerò ad amare chi ancora ha il coraggio di aver bisogno di qualcuno e intanto mentre ti saluto questa penna ha ripreso a scrivere chissà se grazie a te, lo farà anche il mio cuore.
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