Che alle massime emozioni tutti tendono ad arrivare si sa, rendersi conto che a volte si chiede troppo è la coscienza, il darsi i limiti, dire: "Ok! Però devo meritarmelo... quindi non ora". L'ottenere è una fatica che paga quando la si stringe in mano; ma pensa il piacere di vedersela venire incontro, tipo Dea dei nostri sogni, a piedi scalzi, col suo sguardo ammaliante. Che Gioia. Che quella Dea venga a compensare, ad equilibrare, a render un sogno realtà, è una vita nella vita, un cammino parallelo, che vive in simbiosi, si alimenta dalla stessa fonte, dalla stessa che sfama il lutto del vivere senza e di quella del vivere con essa, o meglio del sperar in essa. Un cuor per due corpi, due corpi per una vita, una vita per lei. Sentirla sfiorare, apre i confini, sentirla smarrire, chiude le speranze; guardarla negli occhi da scariche di vita, temere di guardarli è un peso della sua mancanza. Molestarsi sui perché è l'infinito mal di vivere, attendere il momento è l'infinita voglia di vivere. Non perché, ma quando.
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