Scritto da: Italo Sozio

Un'altra storia


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...era pieno, ma lui continuava come se dovesse essere il suo ultimo pasto.
Eravamo contenti io e mia moglie. Stefano nostro figlio lo guardava e dopo tanto tempo sorrise, mia moglie stringendomi la mano mi disse:
Grazie Daniele!
Giovanni lo sistemammo in casa, la mia casa è abbastanza grande e avevamo stanze libere, mio figlio Stefano se ne giovò della presenza di quell'uomo la sua malattia dava disturbi della personalità, ma con la presenza di Giovanni in casa ebbe un cambiamento epocale, giocava rideva, e studiava, sembrava proprio un bambino normale. Io mi presi un poco di ferie, era tanto che non lo facevo, e poi a dirla tutta non è che avevo bisogno di lavorare, eravamo benestanti per via dell'eredità che aveva avuto mia moglie dai suoi, avevo capito che il mio andare a lavoro era solo per fuggire davanti alle responsabilità e al dolore che provavo per mio figlio.
Giovanni era rifiorito, aveva messo qualche chilo, mia moglie Luisa cantava mentre preparava da mangiare per la famiglia, e Stefano sembrava un ragazzino normale tanto che anche i dottori si meravigliavano. Però Giovanni ogni tanto si adombrava e diceva:
-Povera figlia mia mi starà cercando e non mi riesce a trovare.
Allora ... [segue »]

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