Scritto da: Tania Memoli
Lettera aperta di una mamma:

Vedere mio figlio (e non solo lui) che ha paura di stare in casa pensando che criminali possano entrare e fargli del male, è vedere il fallimento di uno stato che ha il dovere di tutelare tutti, in particolare poi i bambini.
Non mi aspettavo un futuro così per i miei figli, non tocherebbe a me dare le soluzioni, ma credo che dare pene più severe sarebbe sicuramente un forte deterrente.
Ci cimentiamo a fare leggi contro il fumo ma non contro la criminalità, e non venite a dirmi che quest ultima c'è sempre stata perché non è normalità vivere nel terrore.
Ho insegnato ai miei figli a guardarsi intorno.
Fuori il mondo è grande con tanti pericoli, ma nella loro casa no!.
casa è protezione, è rifugio, è famiglia.
Non è giusto sentire i ragazzi terrorizzati perché dei criminali possano entrare e fargli del male.
Si dice che i genitori siamo l'arco e loro le frecce, di questo passo i ragazzi non riusciranno ad andare lontano con le ali tarpate da queste leggi che non li tutelano.
Siamo finiti noi in carcere, dobbiamo barricarci per sentirci protetti.
L'evoluzione dell'essere umano è questa?
Finire in gabbia per sentirsi al sicuro?
Sono delusa e triste profondamente, ed è straziante vedere quegli occhi che hanno diritto a guardare il mondo con curiosità e non con diffidenza e terrore.
Chiedo scusa e perdono ai miei figli per non poter fare di più che stringermi a loro.
Composto sabato 6 febbraio 2016

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