Scritto da: Elisabetta Tugnoli
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La primavera è giunta prima quest'anno e lui, compagno, amico, marito guarda l'orizzonte che va oltre noi e pensa. E là fuori tutto è noia, perfino l'amore. Mi manca a volte, ma non so cosa rimpiangere o cosa sognare, perché non è l'amore che mi manca dell'amore. Un fiore, una poesia, un bacio, un tramonto, chi sono io per dire che tutto ciò è semplicemente senza senso? Scandalosamente banale, sui banchetti alla fiera del riuso. Quadretti per canzonette.
Se solo di queste cose dovessero vivere le mie emozioni, preferirei di gran lunga il pugno violento del mio ventre, dinnanzi a quella sfumatura impercettibile e immensa quanto l'assoluto nulla, che assume lo scandalo di uno sguardo rapace e del sorriso di un angelo. appoggiati sullo stesso volto ed espressi all'unisono, solo due occhi, solo un'onda e due e tre, fino a penetrarmi al punto di farmi dimenticare tutto quello per cui ho vissuto fino a quest'istante. Ma dove potranno esistere due occhi così grandi da contenermi!? Passato presente e futuro nel pugno di uno sguardo. Rapiti, confiscati, di proprietà. Cosa farei per quegli occhi, per non esser mai stata fino a quel momento e non esser mai più per divenire eternità ... [segue »]
Composto lunedì 30 marzo 2015

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