... "Quando penso alla morte penso alla vita"; credo che non sia passaggio più importante per l'essere umano il quale, quando è possibile, deve farsi trovare pronto a questo "straordinario appuntamento di rinnovamento e rigenerazione qual è appunto la morte". Viviamo con il terrore di arrivare a quest'appuntamento poiché siamo tremendamente attaccati alle cose futili e materiali della vita: ma non alla vita in se. Ma ci pensate: tutto ciò è assurdo, non ha senso! Cos'è davvero la vita? È forse questo solo "breve" passaggio nel quale, tanti, non hanno neanche l'opportunità di esistere o di rappresentarsi? È forse una punizione? Un premio? Un'opportunità? O, come descrive Dante, per la legge del contrappasso un'esperienza alla quale siamo chiamati? Forse è un po di tutto ciò. Io credo, in fondo, che la morte sia davvero, ancor prima della vita stessa, la tappa fondamentale nella quale ogni cosa ha inizio nella fine e dove tutto, il "nostro tutto", diventa niente in un'eterea divina estasi dell'immenso infinito pensiero dello spirito e dell'anima. W la vita, rispettiamo la morte, accettiamo la sofferenza e godiamo della felicità che ci viene donata, anche se per brevi istanti...
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